1. Giorgia Del Mese, Di cosa parliamo
Coscienze ferite sembriamo offesi pur essendo conniventi, gnegnegnè. Il neobirignao e allora Di cosa parliamo, album e canzone, le ricerche delle parole giuste e le vacanze della serenità. Un poco d’altri tempi come approccio per essere percepita come novità, la Giorgia del momento ha comunque il passo credibile del cantautorato, i collaboratori adeguati (tipo Paolo Benvegnù), il piglio indignado a puntino per fare un figurone tra le figurine del post-Ivano Fossati nel masticare amaro con stile.
2. Trentemøller, Never stop running
Electroniche fantasmagorie da parte del dj danese del mese, di cui ci era piaciuto un sacco il remix della State trooper di Bruce Springsteen (in un momento clou del film Un sapore di ruggine e ossa ) e di cui è in arrivo l’album Lost. Barrage di voluminose energie (in una matrice di modalità espressive tra i Kraftwerk e la distonia di Elysium), macchine poliritmiche, automatismi galattici in compagnia di forze speciali del pop (Ghost Society, Raveonettes, il cantante dei Drums Jonny Pierce). Un’odissea come dev’essere: mai del tutto rilassante.
3. Mgmt, Alien days
La forza dell’astrazione ci sospinge sulla mongolfiera soft-psichedelica di questi americani di cui ci piacque tanto Oracular spectacular. Ora – nell’album Mgmt – Alien days ci scuote con tonfi poderosi nella cassa di risonanza del vintage californiano, tra vocine e passetti nel delirio che possono ammaliare o, per carità, anche risultare stucchevoli, però sono una via di fuga convincente dalla deludente concretezza che ci circonda. Da vedere anche nel trip video di Your life is a lie, per sognare di svegliarsi dall’incubo ricorrente della quotidianità.
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