1. Kadebostany, Walking with a ghost
Pezzo di personalità e dotato di complessa struttura aromatica, tipo Amarone: abboccamento trippy Tricky Morcheeba; break arrabbiato femminino alla Skin; chiusura su marcia per banda d’ottoni, crescendo arrangiato come se Goran Bregović volesse inchinarsi a Morricone. Be’, tutto si tiene in questa marcia da Pop collection, esordio di una stramba e notevole formazione. Kadebostan è la testa musicale, Amina la diva vox, il look & feel è da banda di immaginaria repubblica balcanica al neon, come se Nicolas Winding Refn ne fosse il dittatore.
2. Willie Nelson feat. Mavis Staples, Grandma’s hands
Classica soul ballad di Bill Withers in versione duetto tra vecchio satanasso country (sì, il Kit Carson della musica pop) e Mavis Staples, diva gospel. Miele per sopravvivere a giorni de Janeiro, insieme a diverse altre interazioni tra il vecchio capelli d’argento e una varietà di colleghe canterine da Dolly Parton in su: tutto raccolto nell’album To all the girls… (e anche Bloody Mary morning con Wynona Judd è notevole, sembra l’ora del brunch in un saloon texano, piovono steak e fries e vodka e succo di pomodoro).
3. Niton, Tai Q
Si sfruttano fradici giorni per trastullarsi con voluttuose astruserie. Masticare Limonov nel suo bouillon di lingua francese, con sottofondo di elettronica nata dalla mente di Zeno Gabaglio, violoncellista di Mendrisio, Canton Ticino. Ci si lascia ammaliare dall’elettronica di taglio più ambient, questo progetto Niton; musica per droni che fanno tai-chi, poco Philip Glass e poco Ryoji Ikeda; stream di dati polverizzati in impulsi sonori. Da cercare nei cataloghi della Pulver & Asche, label svizzera dal nome meravigliosamente punitivo: polvere e cenere.
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