1. Metronomy, Love letters

Musica per orecchie rapite, un pianoforte honky tonk, un tamburino trottante come un asinello, la batteria bionda che fa i cori, il basso nero che sa di Motown; il pop rétro che sa di virgolette ma funziona anche così, senza filtro ironico. È una canzone quasi perfetta servita in un piano sequenza da Michel Gondry, come una scatola di cioccolatini in cui ogni lato è una scenografia d’ammore. Amuse bouche del nuovo album (che esce a marzo), a cui dà il titolo: quello che si ascolterà forse per anticipare il risveglio di primavera, in attesa che il meteo si aggiusti.

2. Gianluca Porcu feat. Francesca Corrias, Chanson légère

Come i titoli di coda di un film francese che sfuma sulla battigia atlantica al tramonto, love story in miniatura, che sembra di conoscere da sempre ma è nuova, fresca, realizzata con materiale sardo. Porcu, alias Lu-po (s’era parlato, tempo fa, del suo strumentale La giostra, che è un piccolo cult), qui si dà al sentimento, interpretandolo in modo giocoso ma con grazia, in un ep (pubblicato via Bandcamp) che comprende anche La more, in inglese, sempre con la stessa vocalist, sempre con questo savoir faire da affabile romanticone.

3. Der Noir, L’inganno

Band romana con addentellati tedeschi (magari della Deutsche Schule sull’Aurelia) riattiva antichità digitali anni ottanta, si dà un contegno dark Depeche, apre la tappa romana dei Duran Duran, pubblica l’album Numeri e figure con una cover tutta inguini bianconeri e fa anche l’intro in tedesco in questo pezzo di disillusione amorosa e conseguente afflizione. Con un afflato simile più a certe malinconie dei Pet Shop Boys e una tromba che si fa largo tra macchine e scappamenti, e arrotonda con una bella coda questo singolo italo-kraut-wave.

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