1. Ex-Otago, Chi la dura l’avventura
C’è una sindrome di Cristoforo Colombo in questi genovesi che (nel nuovo album In capo al mondo) cantano con addosso la voglia di partire e la saudade della partenza, salpando per il loro nuovo mondo personale, che può coincidere con un cambio nella formazione o con una botta di tramontana al posto dello scirocco. Sono avventurieri poltroni, che esplorano il parcheggio dietro casa o i canyon della Valbisagno e trovano sempre cose da mostrare a chi li ascolta, con quel poco di malinconia che si addice a chi sa di aver già mangiato la farinata perfetta.
2. Boxerin Club, Lazy
Ecco, la marimba: la percussione morbida, il canto ritmico di legni tropicali, l’exotica addomesticata, associabile simultaneamente ai mari del sud e alla suoneria dell’iPhone. I romani Boxerin Club la usano in questo pezzo, centrino dell’album Aloha krakatoa). Scoppiettano come vulcani e passano i weekend a vampirizzare suoni buoni dal mondo: Caribe e northern soul, tocchi di tango e tamburi da jungla. E in tutto ciò si avverte che ci si diverte; se fossero Sorrentini ringrazierebbero Gervinho, Wes Anderson, le mamme loro e, sì, i Talking Heads di Naked.
3. Mentivo, A casa di lunedì
“Io sto qui a macerare”, e poco importa se per cronica evanescenza del lavoro, esuberi, prepensionamenti, zero ore o contratto di solidarietà (con le declinazioni della disoccupazione moltiplicate in una varietà di sfumature, come per gli inuit le gradazioni di neve). Ma se fai un solido rock-pop denso di vitalità ad alto voltaggio e di vissuto non buttato al vento, come dirti disoccupato? Questi tre perugini elettrici vivono di cortocircuiti (nome band: Mentivo; titolo album: Io sono la verità), hanno buon sound, e non mentono. Viversela, questo è il vero viaggio.
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