1. Femme, Fever boy

Se vuoi un toy boy comprati un cane, sembra essere il messaggio subliminale del video electro-pop-fashionista di questo aspirante tormentone estivo. Grezzo e sofisticato al tempo stesso, come un surf rock dai bassi sporchi per una squadra di nuoto pronta per Vogue. Lei si chiama Laura Bettinson, viene da Rugby ed è entrata nei giri giusti. Ritmo rudimentale, urla da college, tre donne in costume da bagno e uno sciampo canino. Fare il toy boy per procura è al di sotto della dignità di un rhodesian ridgeback, comunque.

2. M’Barka Ben Taleb, Sotto ‘o cielo ‘e Paris

S’era notata con Raiz e Nun te scurda’ in Passione, documentario visionario di John Turturro sulla musica di Napoli. Ora torna con l’album Passion fruit e punta spigliata sulla parlata partenopea e tunisina, passando a inglese, francese e italiano quando vuole. Cresciuta nel giro Senese-Esposito-Bennato, si fa affiancare da nomi vecchi e nuovi (salvo scaricare i toy boy nella cover di Guaglione). Quando lascia perdere Grace Jones e i remake di pezzi impareggiabili e si concentra sui vicoli tra Toledo, il Marais e il Maghreb è pure bravissima.

3. Anna Calvi feat. David Byrne, I’m the man that will find you

In tema di donne di polso e di caviglia questa cantante brit è ormai una certezza: nessuno è in grado di calzare Louboutin e imbracciare Telecaster con altrettanta padronanza, emettendo per giunta onde vocali che spaziano da Julee Cruise a Siouxsie (passando per Morricone e rock ‘n’ roll). È una guitar heroine fatta e finita, insomma, e sia detto a suo onore che si misura con un repertorio poco piacione, anche nel suo ultimo ep, Strange weather. Ah, comunque lei come toy boy usa David Byrne. No, per dire.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it