In 24 hours party people, Michael Winterbottom aveva raccontato la storia di Tony Wilson, il fondatore della Factory Record di Manchester, protagonista Steve Coogan. Ora in The look of love racconta un altro personaggio in qualche modo storico della cultura pop britannica: Paul Raymond, che dopo aver fatto fortuna con strip club e riviste per soli uomini ha comprato mezza Soho (anche più di mezza). Protagonista Steve Coogan. Intorno alla sua interpretazione gira tutto il film. La ricerca sull’estetica degli anni sessanta e settanta, poi, rende questo biopic molto più interessante di Lovelace.
Meravigliose le ragazze del cast. Fragile Imogen Poots nel ruolo di Debbie Raymond, la figlia adorata di Paul, da capogiro Tasmin Egerton nella parte di Fiona Richmond, tonica Anna Friel nei panni della prima moglie di Raymond, Jean. Chissà se il vero Raymond era brillante come lo dipingono Coogan e Winterbottom. Chissà se le sue imitazioni di Sean Connery e di Marlon Brando erano all’altezza di quelle in cui si produce Coogan, veramente un attore completo. Winterbottom si conferma un regista intelligente ed eclettico.
Stamattina girava voce che il film romeno Pozitia copilului sia il migliore visto finora. Io naturalmente l’ho perso. Spero di recuperare domattina. Invece ho visto Before midnight, terzo capitolo della serie che vede impegnato il regista Richard Linklater insieme a Ethan Hawke e Julie Delpy. È una serie che ad alcuni piace ad altri no. Io non sono un grande fan, ma questo film, pieno di dinamiche emotive comuni a tutti gli esseri umani, mi ha coinvolto e divertito.
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