Al Pacino a Venezia, il 30 agosto 2014. (Tony Gentile, Reuters/Contrasto)
Le mie speranze che il francese 3 coeurs fosse un film sul Bridge sono svanite dopo poche inquadrature. Invece quello di Benoît Jacquot è un trattato tecnico sul ménage à trois, una grande novità per il cinema francese. La variazione sul tema stavolta prevede che due sono innamorati e il terzo ci finisce in mezzo per sfiga. Ma la vera sorpresa della pellicola è una voce fuori campo che salta fuori quando meno te l’aspetti. Très très original. Con Chiara Mastroianni e Charlotte Gainsbourg.
Nel secondo film in concorso della mattinata, Manglehorn, c’è Al Pacino. L’impressione è che autori e produttori si siano accorti di una grave lacuna: Al Pacino non aveva mai interpretato un fabbro. Probabilmente per colmare il vuoto hanno deciso di fare questo film in cui Pacino ha un negozio di ferramenta, fa copie di chiavi e ti viene ad aprire la porta se ti chiudi fuori di casa. Ed è economico, solo 26 dollari. A Roma ti chiedono 50 euro solo per aver risposto al telefono. Attenzione però, è un fabbro un po’ incazzoso. Per fortuna c’è un mimo in città che fa tornare il sorriso a grandi e piccini.
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