Youth
Finalmente, finalmente è arrivato il nuovo film di Paolo Sorrentino. Solo da poco (considerato il rilancio post Oscar) si era spento il lunghissimo dibattito sulla Grande bellezza, che ha diviso famiglie, amici, critici, tutti, tra favorevoli e contrari, ed ecco che con Youth presentato a Cannes e contemporaneamente in qualcosa come cinquecento schermi italiani, possiamo tornare a dividerci su un film del regista napoletano. La divisione in più partiti sembra inevitabile dopo l’accoglienza avuta sulla Croisette e quello che si legge sulla stampa italiana e straniera. In più il dibattito si arricchirà di un’altra variabile. Oltre a “ti è piaciuto o no?” potremo perderci in lunghe disquisizioni su “è meglio o peggio della Grande bellezza”. Il miglior augurio che si può fare al maestro (titolo che di solito è corroborato da almeno un Oscar) è che di Youth che segue l’esperienza di due anziani, Michael Caine e Harvey Keitel, in un hotel di lusso in Svizzera, se ne parli quanto si è parlato della Grande bellezza (anche e soprattutto prima che vincesse il premio della Academy). Scontato aggiungere che è proprio Youth il film da vedere nel weekend, se non altro per cominciare a polemizzare il prima possibile. Intanto potete leggere la recensione di Lee Marshall.
Survivor
Tra le possibili alternative c’è Survivor di James McTeigue, thriller abbastanza scontato che però ci restituisce Pierce Brosnan in gran forma, al fianco di Milla Jovovich, in vacanza premio fuori dal lungo tunnel di Resident evil (in attesa del Final chapter, previsto per l’anno prossimo). Due considerazioni veloci. La prima è che gli attori irlandesi maturi funzionano, almeno a giudicare da Liam Neeson (uno dei più convincenti “agenti in pensione” del panorama action) e naturalmente da Brosnan che conserva un suo fascino, ma è sufficientemente imbolsito per risultare più universale. La seconda considerazione è che per Milla Jovovich è arrivato il momento di lasciarsi alle spalle la saga di Resident evil. E Survivor in questo senso è una buona premessa.
Tomorrowland
L’avventura disneyana Tomorrowland, di Brad Bird, può contare sulla regia dell’autore degli Incredibili e Ratatouille, capace in passato con Ghost protocol di dare un piccolo sussulto anche alla saga di Mission impossible, e su alcune belle scenografie dell’ideale “mondo di domani” (mah). Una classica attrazione dei parchi di divertimento Disney incontra la moda hollywoodiana della distopia. Legittimo dubitare del fatto che questa nuova creazione possa dare vita a una serie come quella dei Pirati dei Caraibi, l’altra saga Disney ispirata a un’attrazione da luna park.
The Lazarus effect
Nell’horror The Lazarus effect un gruppo di scienziati trova un siero in grado di rianimare topi e cani. Senza aspettare i tempi di uno studio lungo e approfondito si passa alla sperimentazione sugli esseri umani, in particolare su Olivia Wilde. Le conseguenze le possiamo immaginare, siamo in un horror del resto. Ma sulla rianimazione ci sono altri film migliori senza dover per forza risalire a Frankenstein (e a Frankenstein Jr).
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