Il peso della pandemia ricade sulle donne
Un anno fa il mondo era molto diverso. Il ritmo delle giornate era diverso, la gestione del tempo era diversa, le persone si comportavano diversamente, e avevano paure diverse. Un’espressione di quel lontano tempo andato era la divisione degli spazi tra uomini e donne. In Pakistan, dove rappresentano meno del trenta per cento della forza lavoro, le donne stavano per lo più a casa, mentre gli uomini andavano a lavorare. Quando gli uomini lasciavano la casa al mattino, le donne si dedicavano ai compiti ripetitivi come la pulizia della casa e la cucina, mansioni che permettevano a ogni famiglia di funzionare in maniera più o meno efficiente.
Con la pandemia è cambiato tutto. Gli uomini hanno cominciato a stare a casa, perché non avevano più un lavoro o perché i loro superiori volevano che lavorassero a distanza. Così sparivano i brevi momenti di quiete che mogli, madri e sorelle avevano durante la giornata. Con il passare dei giorni gli uomini chiedevano sempre più attenzioni: una tazza di tè, pasti appena cucinati. E sporcavano più piatti, creavano più confusione. Le scuole erano chiuse, quindi anche i bambini hanno cominciato ad avere le loro richieste e a creare ulteriore confusione. Le donne pachistane si sono ritrovate risucchiate in un ciclo di lavoro quotidiano di 24 ore, sette giorni alla settimana, nel tentativo di saziare gli appetiti e mantenere l’armonia.
In tutto il mondo le donne sono le prime vittime della pandemia di covid-19, indipendentemente dal fatto che si siano ammalate o no. Lo dimostrano i dati provenienti da vari paesi. In Cina alcune ricerche hanno rivelato un aumento del 300 per cento delle violenze contro le donne. In Libano l’aumento è stato del 45 per cento, in India del 21 per cento. Nel Regno Unito invece la violenza è raddoppiata rispetto alla media degli ultimi dieci anni. E i dati sono simili anche per Germania e Tunisia.
La pandemia ha messo anni luce di distanza tra maschi e femmine in termini di avanzamento della carriera
Queste percentuali provengono da studi sottoposti a peer review (revisione paritaria) e pubblicati su riviste scientifiche, ma è probabile che la situazione sia peggiore. In Pakistan chi lavora nel sociale e nelle strutture che assistono le vittime di violenze parla di un aumento esponenziale.
In buona parte del paese le donne devono chiedere il permesso agli uomini per uscire di casa. Ormai ottenere una tregua dalla violenza è diventato impossibile. Visto che non si fanno più le visite e i ritrovi familiari , che un tempo servivano a evitare almeno in parte i maltrattamenti, gli uomini violenti hanno carta bianca.
La situazione delle lavoratrici è altrettanto difficile. Quelle che lavorano da casa devono occuparsi allo stesso tempo dei bambini. Altre, come le 250mila statunitensi licenziate nel gennaio 2021, hanno perso la loro fonte di reddito. La pandemia ha messo anni luce di distanza tra maschi e femmine in termini di avanzamento della carriera.
Nel mondo dopo la pandemia le donne saranno ancora più svantaggiate di prima. Le pachistane che sono state licenziate o che hanno dovuto lasciare il loro impiego potrebbero non poter più tornare a lavorare quando la pandemia sarà finita. Lo stipendio ha un ruolo fondamentale negli equilibri familiari. Non riceverne uno riduce la capacità femminile di proteggere i propri diritti. Questo allontanamento delle donne dal lavoro avrà probabilmente degli effetti su tutta la società: le abitudini culturali che le vogliono a casa si rafforzeranno.
In Pakistan nessuno parla di queste cose. L’8 marzo, in occasione della giornata internazionale della donna, una lavoratrice raccontava in un programma tv come la pandemia in realtà fosse una benedizione, perché permetteva alle famiglie di passare più tempo insieme. Anche il governo ha diffuso assurdità del genere, mentre gli sforzi per raccogliere statistiche sul numero di donne vittime di violenze sono stati pochissimi. Non sono state date risorse aggiuntive alle strutture di accoglienza. Al contrario, è stata propagandata la ridicola tesi secondo cui le famiglie convivono senza nessun conflitto.
Il Pakistan deve svegliarsi. Non si può chiedere alle donne del paese di farsi carico di tutte le faccende domestiche, della cura dei bambini, del loro studio e anche del lavoro da casa. Oggi c’è un vaccino per il covid-19 ma non ne esiste uno per una società e un mondo che hanno riversato tutto il carico di un evento terribile sulle donne.
Gli uomini devono rispondere della crudeltà e dell’egoismo di cui si sono dimostrati capaci negli ultimi anni e del fatto che non si sono mai messi in discussione. Il potere assoluto corrompe. Lo testimoniano benissimo i molti pachistani che se ne stanno lì a vivere la loro vita,incuranti del peso che scaricano sulle loro donne e delle violenze che gli fanno.
(Traduzione di Federico Ferrone)
Questo articolo è uscito sul numero 1404 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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