“Io, Silvio” e Matteo2012: la politica italiana è diventata ormai una questione personale. E non, come mostrano gli ultimi scandali nella regione Lazio, roba da signori. Né tanto meno da signore (la Mussolini si sta ancora riprendendo dopo essere stata definita tale nell’ultima trasmissione di Piazza Pulita) e/o da signorine ex igieniste dentali che si lanciano in un atto eroico per salvare l’industria della moda italiana. Un fenomeno di origine americane (ma neanche nell’Israele di “Bibi the King” si salva nessuno) che si sposa perfettamente con la decadenza dei cavalieri, la disoccupazione degli avvocati e soprattutto l’eclisse dei dottori.
In Italia tutti sono amici. Vanno alle feste insieme, lavorano insieme, lavano una mano e poi l’altra per averle pulite e poter chiedere (e ottenere) di tutto. La situazione politica è grave ma non seria, come fece notare Ennio Flaiano più di mezzo secolo fa. Perché con tutta la buona volontà ci vuole coraggio (e cattivo gusto) per trattare seriamente Franco Fiorito come un supereroe americano, Carlo De Romanis come una sorta di Ulisse e la consigliera regionale Nicole Minetti come un esempio di mobilità nel mondo del lavoro italiano.
Sembrerebbe un cinepanettone già visto e rivisto e che purtroppo si rivedrà, se consideriamo la pomposa intervista di apertura dell’Huffington Post Italia, nel quale viene descritto un Cavaliere “tonico” con otto chili di meno e altri quattro da togliere. Perché tra gli amici è difficile prendersi sul serio ed è facile perdonare. Se hai degli amici, non ti servono le conoscenze, né tanto meno la morale. Ma questa è un’altra storia, purtroppo non più solo italiana.
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