Meriam Yehya Ibrahim il giorno delle nozze. (Bbc)

Meriam Yehya Ibrahim ha 27 anni, è sposata, ha un figlio e ne aspetta un altro. L’11 maggio un tribunale sudanese l’ha condannata a morte con l’accusa di apostasia: il rinnegamento della propria fede religiosa.

La donna è stata cresciuta dalla madre come cristiana ortodossa dopo che il padre, musulmano, le aveva abbandonate. Secondo la legge sudanese, però, vista la sua ascendenza paterna dovrebbe essere considerata di fede islamica.

Meriam Yehya Ibrahim è incinta di otto mesi ed è in carcere insieme al figlio di 20 mesi dall’agosto del 2013, dopo la denuncia di un parente che ha denunciato il suo matrimonio con un cristiano del Sud Sudan.

Meriam è stata condannata dal tribunale di Khartoum anche per adulterio perché il suo matrimonio con un uomo cristiano non è considerato valido dalla sharia. Per questo motivo le sono già stata inflitte 100 frustate. Il tribunale aveva dato alla donna tre giorni per rinunciare alla fede cristiana, ma lei si è rifiutata.

Amnesty International ha lanciato

un appello al ministro della giustizia del Sudan, Mohamed Bushara Douse, perché Meriam Yehya Ibrahim venga liberata e sia annullata la sua condanna a morte.

Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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