Mark David Chapman viene fatto uscire dalla stazione di polizia, il 9 dicembre 1980. (Bettmann/Corbis)
Per l’ottava volta Mark David Chapman, l’uomo che l’8 dicembre 1980 ha ucciso John Lennon, è apparso davanti alla commissione sulla libertà condizionale e per l’ottava volta la sua richiesta è stata respinta.
Chapman sta scontando da vent’anni una pena all’ergastolo nella Wende correctional facility di New York per l’omicidio del cantante, ucciso fuori dal suo appartamento nell’Upper West Side di Manhattan. In carcere lavora come assistente amministrativo, può uscire dalla cella tre ore al giorno e usufruisce del programma di ricongiungimento familiare, grazie a cui può incontrare sua moglie e il suo patrigno.
Nell’audizione del 20 agosto Chapman ha riconosciuto di aver “agito da idiota” quel giorno di dicembre del 1980 e dice: “Non pensavo a nessuno, solo a me. Ora grazie alle lettere della gente e alle cose che ho sentito in questi anni ho capito di aver fatto molto male a tante persone. Mi dispiace di aver causato questo dolore. Mi dispiace molto di essere stato così idiota e di aver scelto la via sbagliata per la fama”. Ma non riesce a evitare di vantarsi per come ha organizzato l’omicidio: “Una pianificazione incredibile. Non è stato un delitto ingenuo, ma un delitto ben concepito. Non c’è dubbio”. La commissione gli ha comunicato che potrà fare una nuova richiesta di libertà condizionale tra due anni.
Ecco la trascrizione del colloquio tra Chapman e i membri della commissione:
Mark David Chapman 2014 parole board transcript by jmargalus
Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc
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