Dal blog di Kevin Kelly
Ecco perché ho deciso di stampare da solo il mio nuovo libro.
Come i Whole earth catalog di una volta, il mio nuovo catalogo cartaceo di oggetti utili, Cool tools, è pubblicato in proprio. Vi illustrerò i costi del libro e le tre ragioni per cui ho scelto di non rivolgermi a un editore.
Il primo vantaggio è stato la velocità: ho finito di scrivere e comporre il libro a settembre e a ottobre era nella lista dei titoli che si potevano prenotare su Amazon. Entro la prima settimana di dicembre sarà anche disponibile nelle librerie. Se l’avessi affidato a un editore di New York, sarei ancora in trattativa e il libro sarebbe uscito forse l’estate prossima.
Secondo vantaggio: il controllo. È un libro poco ortodosso, non soddisfa certi standard di serietà. Somiglia a un elenco del telefono e le sue dimensioni hanno scoraggiato i professionisti del mestiere. Un librone difficile da trasportare, impossibile da collocare sugli scaffali delle librerie. Gli editori avrebbero cominciato a chiedere se magari si poteva cambiare formato. Poi c’è l’aspetto commerciale. Il libro è una guida per gli acquisti e dà consigli su dove comprare le cose, spesso suggerisce di usare Amazon. A editori e librai questo non piace affatto: per loro Amazon è il nemico numero uno e una grande catena ha perfino rifiutato di distribuirlo per questo motivo. La mia soluzione è stata quindi fare senza di loro.
Terzo: nella mia recente esperienza con editori affermati, mi sono ritrovato a svolgere comunque da solo gran parte del lavoro. Per l’ultimo libro che ho pubblicato con Viking/Penguin, ho assunto un redattore per l’editing, un illustratore per i disegni, ho proposto idee per la copertina (alcune delle quali sono state usate), ho curato concretamente il marketing e ho pubblicizzato il libro sui social network. Le uniche cose che non ho fatto – non è poco – è stato finanziare il progetto e la distribuzione. Per Cool tools, ho deciso di cimentarmi anche con questi aspetti, visto che tutto il resto l’avrei fatto comunque.
Kevin Kelly mentre lavora a *Cool tools in una doppia postazione a sedere e in piedi.*
Il self-publishing garantisce pieno controllo, ma anche piena responsabilità. Poiché sono io a pagare carta e inchiostro, non ho sprecato neanche una pagina. Non ci sono né facciate né spazi bianchi. C’è testo stampato anche sul retro della copertina, precisamente l’indice. Ogni centimetro è messo a frutto e il libro è incredibilmente denso.
Pubblicare in proprio un ebook è una cosa, tutt’altro è dare vita a un librone del peso di due chili. Quando mi ha telefonato lo stampatore asiatico per sincerarsi che avessi a disposizione una piattaforma di carico in magazzino, ho capito di essermi cacciato in un grosso guaio. Magazzino? Io possiedo a malapena un garage.
“Uhm, di quanto spazio avrò bisogno?”, ho chiesto.
“Dunque, deve calcolare un container e mezzo”. Una montagna. Allora ho firmato un contratto con un distributore (Publishers Group West) che lavora con piccoli editori. Il grosso del carico sarà spedito nel loro magazzino in Tennessee.
I volumi sono stati stampati a Hong Kong. Ho chiesto vari preventivi negli Stati Uniti, ma per via delle grandi dimensioni del volume, nessuno stampatore americano si è scomodato a rispondere. Uno stampatore importante consigliato dal distributore mi ha detto: “Detesto dirglielo, ma per stampare questo libro deve andare in Cina”. E così ho fatto. Il lavoro è riuscito benissimo, veloce ed economico. L’impianto di Hong Kong è altamente automatizzato: robot, mica manodopera a giornata.
Al momento i libri sono in un container che attraverserà il canale di Panama e risalirà il Mississippi diretto in Tennessee. Altri tre bancali sono stati inviati sulla costa occidentale degli Stati Uniti, arriveranno diritto a casa mia. Prego giorno e notte che entrino in garage.
Il bilancio economico della pubblicazione in proprio deciderà il destino di questo libro. Le copie in vendita su Amazon e nelle librerie saranno 8.500. Per ciascun libro, il costo di stampa è 6 dollari, la spedizione incide per un dollaro. Il prezzo di copertina è 39,99 dollari, Amazon applica uno sconto immediato portando il prezzo a 25 dollari (ho stabilito il prezzo di copertina tenendo già presente lo sconto di Amazon) e poi trattiene circa il 40 per cento. Un’altra fetta va al distributore. Io incasserò circa 10 dollari a volume, da cui vanno detratti naturalmente i costi di lavorazione, cioè redattori, grafici e correttori che ho assunto per creare quelle 472 pagine, senza considerare gli anni di lavoro che mi ci sono voluti.
Inoltre spedirò parecchie copie omaggio a giornalisti e collaboratori. Sono rimasto di sasso quando ho scoperto che spedire il volume in Inghilterra o in Canada nella maniera più economica (e lenta) possibile, costa rispettivamente 60 e 38 dollari. Non esistono altre possibilità.
Ora rispetto molto di più gli editori che stanno sul mercato e fanno funzionare il delicato meccanismo editoriale. Non è facile fare soldi pubblicando libri. È quasi come fare l’artista. E in effetti, mi trovo a pensare a questo grande e bellissimo libro come a un’opera d’arte. Cool tools è davvero una splendida opera d’arte.
(traduzione di Nicoletta Poo)
Kevin Kelly è un esperto di cultura digitale. È stato tra i fondatori di Wired. È anche scrittore, fotografo e appassionato di cultura asiatica. Questo articolo è uscito sul suo blog con il titolo The self-publishing route.
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