Adrienne Lafrance, The Atlantic

Molti siti d’informazione non sono pensati per i non vedenti. Ma la situazione sta migliorando, anche se un po’ per caso.

<

p style=”text-align: right;”>

(Tim Robberts, Getty Images)

Quando un sito è progettato male non è solo confuso, ma per i non vedenti è anche molto difficile da usare. “Noi ciechi ci scambiamo continuamente informazioni sui software che funzionano meglio. Io di solito non scarico nulla prima di essere sicuro che funzioni”, dice Christopher Danielsen, dell’organizzazione nazionale statunitense dei non vedenti. “Le app di notizie sono un disastro”.

Secondo Danielsen, però, questi strumenti diventano sempre più accessibili, anche se non di proposito. “I dispositivi mobili stanno conquistando ambiti in passato dominati dal web”, ha spiegato. “E questo è un bene per i ciechi e, in molti casi, anche per i vedenti”.

Un mondo senza Flash

Il passaggio ai dispositivi mobili, e il design sobrio e pulito che spesso li caratterizza, aiuta chi naviga online usando lettori audio per lo schermo o strumenti simili: siti di ecommerce come Amazon o Peapod, per esempio, hanno sviluppato una versione mobile eccellente. Ma quasi tutti i giornali sono rimasti indietro.

Una buona notizia è che gli sviluppatori stanno abbandonando Adobe Flash e si stanno orientando verso Html5, che aiuta i lettori di schermo nella comprensione del contenuto di una pagina web. “Il lettore di schermo ti dice se nel sito c’è un tasto, ma non sempre ti spiega a cosa serve”, racconta Danielsen. “Con Flash il lettore pronuncia frasi come ‘tasto zero senza funzione specificata’ e io penso: ‘Fantastico. Non so assolutamente a cosa serve’. Potrei schiacciare quel tasto e far saltare in aria il pianeta”.

Gli ostacoli da superare sono ancora molti. Nei siti d’informazione Danielsen trova continuamente video che non sa come avviare con il lettore. Inoltre il web ha ereditato un problema che era della televisione: per indicare chi sono le persone che compaiono nei filmati si ricorre a un testo, non a un messaggio sonoro. È molto frustrante per chi non può leggere il testo.

Allo stesso tempo internet ha messo a disposizione di tutti una quantità enorme di contenuti. Se non ti piace come funziona un sito, puoi cercare di soddisfare il tuo bisogno di informazione da un’altra parte, e questo dovrebbe essere un monito per i tutti quei giornali web che non riflettono abbastanza sull’accessibilità.

“Io sono affamato di notizie”, racconta Bryan Bashin, direttore dell’organizzazione statunitense LightHouse for the blind and visually impaired, che promuove l’indipendenza delle persone con disabilità visive, ed ex giornalista. “A me non serve un sito d’informazione pensato esclusivamente per ciechi: ormai siamo sommersi dalle notizie. Per i non vedenti non c’è mai stata un’epoca più felice”.

“Sono un appassionato del programma Frontline, della Pbs”, ha aggiunto Bashin. “A un certo punto nel sito dell’emittente è stata inserita una bella funzione, solo che gli elementi grafici non erano contrassegnati per i lettori audio. Così ho scritto un’email alla Pbs e hanno risolto il problema”.

Grandi opportunità

Non è sempre così facile. Com’è ovvio, internet non è solo il luogo dove consumare informazioni, ma anche uno in cui produrne. Eppure le persone con disabilità visive non possono utilizzare i software per la produzione e gestione di contenuti.

Twitter funziona piuttosto bene perché è molto semplice, anche se, come mi hanno detto diverse persone, è irritante cliccare su un link che si pensa porti a un articolo e scoprire invece che rinvia a una gif o a un’altra immagine illeggibile dal lettore. La navigazione di Facebook è più difficile. “Quasi tutti i non vedenti usano l’app”, osserva Bashin, “ma il suo funzionamento varia a seconda del momento, e dei capricci di Zuckerberg”.

Le piattaforme, però, sono meno accessibili dei dispositivi che servono a utilizzarle. L’iPhone, per esempio, ha solide funzioni di accessibilità elogiate da molti non vedenti. Ma nonostante la Apple abbia rilasciato una serie di linee guida sull’accessibilità per gli sviluppatori delle app, queste raccomandazioni spesso sono ignorate.

Nel frattempo chi appoggia una progettazione dei siti che sia davvero inclusiva sostiene che la strada da seguire non è rivolgersi un gruppo specifico di utenti (e creare così un “ghetto per ciechi”, come lo definisce Bashin), ma realizzare una rete più dinamica e funzionale per tutti. Il modo in cui ognuno interagisce con il web dovrebbe essere determinato dalle sue esigenze e preferenze personali, afferma Sara Hendren, artista e ricercatrice che si occupa di progettazione universale.

“Molti utenti del web non sanno che cambiare le dimensioni del carattere o modificare il contrasto è molto semplice, e che tutti lo possono fare”, dice Hendren. “Non dobbiamo per forza accettare il fatto che il web sia un mezzo prevalentemente visivo”.

Perfino il modo in cui si parla di accessibilità può cambiare l’approccio degli sviluppatori, continua Hendren. L’artista ricorda spesso che “tutte le tecnologie sono di ausilio” e che è questo l’elemento che ce le fa tanto apprezzare.

“Deve cambiare l’approccio nel dibattito sull’accessibilità: da ‘dobbiamo farlo per forza’ a ‘che bello, questa è un’opportunità grandiosa per il web design’”.

(Traduzione di Floriana Pagano)

Questo articolo è uscito sull’Atlantic con il titolo What the shift to mobile means for blind news consumers.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it