Con il Patto per la salute per il 2010 il governo vuole stanziare 104 miliardi di euro per soddisfare il fabbisogno del servizio sanitario nazionale. Secondo le regioni ci vogliono almeno altri sette miliardi. La proposta, inoltre, ignora questioni come la qualità del servizio e i problemi dei bilanci regionali nel nuovo quadro del federalismo fiscale.

C’è la possibilità di aumentare il ticket e di abolire ogni forma di esenzione per ripianare i buchi di bilancio. Ma in questo modo il ticket diventa uno strumento di finanziamento della spesa che impone un prelievo diffuso e iniquo, perché ricade soprattutto sui malati cronici.

La bozza del governo indica anche i livelli massimi di posti letto nelle strutture residenziali per gli anziani, senza aggiungere indicazioni per l’assistenza domiciliare e precisando che le eventuali eccedenze resteranno a carico dei bilanci regionali.

Per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, che copre quasi la metà della spesa sanitaria, entro il 2011 le regioni dovranno ridurre i posti letto a quattro ogni mille abitanti, rafforzando il processo di de-ospedalizzazione. Infine, bisogna attuare tagli al personale.

Le tensioni con le regioni rischiano di inasprirsi soprattutto sul tema delle risorse, riducendo il confronto a una rivendicazione economica. Vengono così ignorati i problemi che un vero patto per la tutela della salute dovrebbe affrontare. con lavoce.info

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