In occasione dell’ultima sanatoria di colf e badanti sono state presentate circa trecentomila domande. Una cifra inferiore alle aspettative del ministero dell’interno, che ne prevedeva 750mila.
L’analisi delle domande rivela alcuni aspetti interessanti. Nelle famiglie italiane lavorano 36mila marocchini e 21mila cinesi. Tra i datori di lavoro di colf e badanti ci sono molti immigrati: ottomila marocchini, cinquemila senegalesi, 3.500 pachistani, tremila cinesi. Segno, forse, che diversi immigrati hanno conosciuto un processo di mobilità sociale e ora possono permettersi una collaboratrice domestica. Ma più probabilmente questo dato dimostra che si sta consumando l’ennesima truffa ai danni della componente più debole degli immigrati, cioè i lavoratori privi di documenti regolari e disposti ad aggrapparsi a qualunque appiglio pur di emergere alla luce del sole.
Ma non c’è solo questo. Molti immigrati che volevano mettersi in regola non hanno potuto accedere alla sanatoria. Il motivo è che potevano farlo solo se il loro datore di lavoro aveva un reddito di almeno ventimila euro. Gli evasori fiscali non hanno regolarizzato le loro colf e quindi, paradossalmente, continueranno a non versargli i contributi. Inoltre, non è stato possibile mettere in regola gli immigrati che distribuivano il loro lavoro tra più famiglie.
Resta di positivo il risultato politico: in gran parte gli immigrati irregolari non sono dei criminali, ma persone che vorrebbero lavorare e vivere alla luce del sole. Forse dovremmo ricordarcene più spesso.
Internazionale, numero 820, 6 novembre 2009
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it