Secondo le stime dell’Istat, sono circa 170mila i posti di lavoro liberi in Italia. Per anni gli economisti si sono chiesti perché in un paese alcuni posti di lavoro restano liberi anche se molte persone sono in cerca di un’occupazione e quindi potrebbero soddisfare la domanda di lavoro delle imprese.

Sono state date alcune risposta all’interrogativo. Una era che ci fosse un problema di differenze strutturali tra il tipo di lavoratori richiesti dalle imprese e le qualifiche disponibili tra chi cerca lavoro. Secondo altri studiosi, invece, il problema riguardava la differenza tra la localizzazione geografica delle imprese che avevano posti liberi e quella dei disoccupati.

Ma questo non spiega perché ci siano posti liberi anche su scala limitata, cioè con caratteristiche appetibili e nella stessa città di chi cerca lavoro. Peter Diamond, Dale Mortensen e Christopher Pissarides hanno vinto il premio Nobel per l’economia per aver spiegato che anche in condizioni normali ci sono molti disoccupati e molti posti liberi nello stesso mercato del lavoro.

Sia i lavoratori sia le imprese si cercano. Le imprese spendono soldi per pubblicizzare i posti liberi, valutare chi fa domanda d’assunzione e formare i candidati. I lavoratori affrontano una ricerca costosa in termini di tempo e raccolta di informazioni, oltre che psicologicamente dispendiosa.

Gli studi dei tre professori sono alla base delle analisi della commissione europea per ridurre la disoccupazione e contrastare il precariato. Speriamo che comincino a essere presi in considerazione anche in Italia.

Internazionale, numero 868, 15 ottobre 2010

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