Sono circa un milione le badanti che lavorano in Italia. Si tratta per lo più di donne straniere, almeno la metà in condizioni di parziale o totale irregolarità. Con l’innalzamento dei minimi retributivi del 2007, un’assistente familiare coresidente in regola costa circa 1.400 euro al mese, compresi i contributi. Complessivamente, il costo annuo sostenuto in Italia è di dodici miliardi di euro. Una buona parte dei contratti regolari nasconde molte ore di lavoro in nero.
In Francia, con la metà dei soldi, è stato creato un sistema integrato che lascia poco spazio all’evasione ed è in grado di superare i limiti del rapporto individuale tra anziano e badante. Una volta effettuata la regolarizzazione, il sistema francese prevede il 50 per cento di deduzione dal reddito del datore di lavoro, fino a un massimo di ventimila euro all’anno. Ma il suo pregio maggiore è l’aver creato un collegamento stabile tra le assistenti familiari e i servizi sul territorio.
Grazie al sistema integrato, la Francia spende in questo settore sei miliardi di euro all’anno con un numero di badanti che è la metà del nostro (e molte sono francesi), tutte regolari, più formate, più integrate nella società.
Come osserva Andrea Stuppini su lavoce.info, in Italia una riforma sul modello francese farebbe gradualmente evolvere le figure delle assistenti verso qualcosa di simile alle operatrici sociosanitarie, rendendo più stabile il sistema. Certo, avrebbe un costo sul versante contributivo, ma sarebbe compensato da nuove fonti di gettito fiscale, coperture assicurative e un guadagno in termini di legalità.
Internazionale, numero 900, 2 giugno 2011
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