Quest’estate l’Italia ha perso 110 punti base, cioè l’1,1 per cento di interessi sul debito pubblico, rispetto alla Spagna. A metà giugno lo spread (la differenza di rendimento) tra i btp decennali e i bund (i titoli di stato tedeschi) con la stessa scadenza era di quasi 70 punti inferiore a quello tra i titoli di stato decennali spagnoli e i bund. Oggi lo spread dell’Italia è di oltre 40 punti superiore a quello della Spagna.
Su lavoce.info abbiamo ricostruito cos’è successo quest’estate in Italia e Spagna. Considerando che entrambi i paesi sono stati colpiti dalla speculazione e che i loro titoli di stato sono stati comprati dalla Banca centrale europea, sembra proprio che il peggioramento dell’Italia vada attribuito ai ritardi del nostro governo nel capire la gravità della situazione, ai continui rinvii e ai tentennamenti delle manovre estive, e alle dichiarazioni infelici del presidente del consiglio e del ministro dell’economia, che puntualmente hanno fatto aumentare gli spread.
La Spagna, invece, ha affrontato con serietà la crisi. Il premier José Luis Zapatero ha deciso di anticipare le elezioni e ha riformato le pensioni e il mercato del lavoro.
Ma cosa significano 110 punti base? Circa venti miliardi in più di spesa per interessi. Una spesa che, per fortuna, cresce gradualmente quando i titoli vanno a scadenza e vengono rinnovati con nuove emissioni: si arriverà a venti miliardi solo nell’arco di sette, otto anni.
Ma per quanto tempo l’Italia può permettersi di pagare questa tassa legata all’inadeguatezza del governo?
Internazionale, numero 917, 30 settembre 2011
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