Il governo ha varato delle misure contro la disoccupazione che, secondo il presidente del consiglio Enrico Letta, creeranno 200mila posti di lavoro. È prevista la riduzione del 33 per cento del costo del lavoro per le assunzioni di persone con meno di trent’anni, fino all’esaurimento dei fondi. Gli sgravi possono durare da dodici mesi (per trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato) a diciotto mesi (per le nuove assunzioni).

L’esperienza passata dimostra l’inefficacia di incentivi temporanei alle assunzioni. Molte analisi pubblicate su

lavoce.info hanno dimostrato che i nuovi posti sono pochissimi e che gli sgravi vanno per lo più a imprese che avrebbero comunque assunto. Il rischio è ancora più alto se i fondi si esauriscono e bisogna introdurre lotterie per razionare i potenziali beneficiari. È difficile, infatti, che un datore di lavoro decida di creare posti di lavoro a tempo indeterminato grazie un contributo pubblico che alla fine potrebbe non essere erogato.

Gli stanziamenti previsti sono di circa cento milioni di euro nel 2013, 150 nel 2014 e 2015 e cento nel 2016 per il mezzogiorno. A questi fondi dovrebbero aggiungersi trecento milioni in quattro anni per le regioni del nord. Ogni anno sarebbero disponibili 225 milioni di euro. La legge prevede che lo sgravio non possa superare i 650 euro mensili. Dividendo i 225 milioni per 7.800 (650 euro per dodici mensilità) si ottengono 28.846 posti di lavoro. Anche ipotizzando che non ci saranno sprechi, siamo molto lontani dai 200mila posti annunciati.

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