Secondo le ultime stime dell’Istat, il valore delle esportazioni italiane tra gennaio e novembre del 2013 è stato di 354 miliardi di euro. Il dato è passato inosservato, ma si tratta di un calo non irrilevante: lo 0,5 per cento in meno rispetto al 2012. È ancora più forte il calo nella quantità di beni italiani esportati all’estero: meno 1,5 per cento.
La riduzione è legata soprattutto alle esportazioni italiane verso alcuni paesi extracomunitari. Si tratta in particolare delle economie asiatiche, tra cui la Cina e paesi dell’Asean (Associazione delle nazioni del sudest asiatico) come Indonesia, Malesia, Filippine e Singapore. È proprio dalle esportazioni che dovrebbe arrivare la spinta alla ripresa in Italia, dal momento che, con quasi nove milioni di cittadini in disagio occupazionale (persone disoccupate, lavoratori scoraggiati, dipendenti a orario ridotto), la domanda interna è debole.
Come spiega Francesco Daveri su
lavoce.info, se le esportazioni complessive del 2013 registrassero il segno meno sarebbe difficile ottenere un segno positivo del pil nel quarto trimestre, e il 2014 partirebbe sotto cattivi auspici. È urgente quindi intervenire a sostegno delle imprese che esportano. Non solo a livello fiscale ma anche attraverso la semplificazione dell’eccessiva burocrazia, che riduce l’efficienza delle aziende italiane.
Servono inoltre delle modifiche ai regimi di contrattazione. Purtroppo nella legge di stabilità appena approvata non sono state inserite misure che vanno in questa direzione.
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