Dimenticate i costi e le difficoltà di comunicazione. In Giappone si possono comprare anche cose economiche. Se invece il prezzo è alto, almeno siete sicuri della qualità del prodotto.

Anche i problemi di comunicazione non sono poi così frequenti. Muoversi nella metropolitana di Tokyo non è più difficile che usare quella di qualsiasi altra capitale europea, basta seguire i colori. Se avrete l’aria leggermente sperduta, qualche attento giapponese si accorgerà subito della vostra confusione e vi offrirà il suo aiuto.

Il Giappone sta diventando una meta molto popolare anche tra gli sciatori. In particolare Hokkaido, l’isola più a nord. La neve è sempre stata magnifica, ma l’invecchiamento della popolazione e il boom edilizio degli ultimi dieci anni hanno provocato una forte riduzione dei prezzi. Qualcuno deve pur usare tutti quegli skilift, e se non possono farlo i giapponesi, tanto vale che lo facciano gli amanti dello sci che arrivano da altri paesi.

Gli australiani sono stati i primi occidentali a invadere le piste giapponesi (non c’è quasi differenza di fuso con la costa orientale australiana) e Niseko, la capitale della neve, è diventata una sorta di enclave tra le montagne giapponesi, dove si sente dire g’day, “buongiorno” in australiano, più spesso che il suo equivalente giapponese, konnichiwa.

Le attività notturne après ski non rientravano nella routine degli sciatori nipponici, perciò l’abitudine di far festa fino a notte tarda di europei, americani e australiani li ha un po’ sorpresi. Non solo la neve giapponese è di prima qualità, ma puoi sempre contare di trovarla. Probabilmente gli sciatori occidentali continueranno ad aumentare. In fondo ci sono tanti posti insoliti dove sciare, il Giappone non è certo il più strano.

Internazionale, numero 745, 23 maggio 2008

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