Come rendere attraente la scuola per chi apprende e per chi insegna? La storia è piena di esempi di insegnanti che hanno fatto e fanno una grande scuola in condizioni estreme e di alunni che hanno sfidato le condizioni più avverse per studiare, come fece cent’anni fa Giuseppe Di Vittorio per “evadere”, diceva, dalla prigione dell’ignoranza.

Ma in uno stato appena un po’ ordinato bisognerebbe affrontare anzitutto i problemi dell’edilizia, della qualità e retribuzione degli insegnanti, dell’aggiornamento della didattica e dei contenuti. Tuttavia, anche dove questa somma di problemi va verso la soluzione, esistono zone a rischio. Da qui nascono proposte e sperimentazioni di premi in danaro ad allievi che studino ordinatamente, soprattutto se di famiglie povere. Avviene negli Stati Uniti, nelle periferie di Washington limitatamente alle scuole di base, e in Gran Bretagna, per le ultime classi delle superiori.

Con molta cautela Martin Hirsch, dinamico alto commissario francese per la gioventù, appoggiato da Sarkozy, ha avanzato una proposta di premio per gli alunni di famiglie disagiate tentati dal décrochage, l’abbandono alle soglie del diploma. In tre licei professionali di Créteil (periferia sudest di Parigi) l’iniziativa è partita tra pochi consensi e grandi proteste, di cui informano La toile de l’éducation di Le Monde e nel suo blog Sylvain Rakotoarison.

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