Insegnare nelle scuole la storia e come? La discussione rimbalza da un paese all’altro. Storia etnocentrica per alimentare l’amor di patria o storia in una prospettiva comparativa per capire il mondo e se stessi? Storia per cronologia ed eventi o storia per temi e culture?

Le prime opzioni sono accusate di sciovinismo e di idiozia (da Edgar Morin), le seconde di vacuità pedagogistica e indeterminatezza. Nei licei francesi per la storia sono in arrivo opzionalità e riduzioni, a vantaggio delle materie professionalizzanti e scientifiche.

Il Cvhu, Comité de vigilance face aux usages publics de l’histoire, accusa: la storia si ridurrà a una secca cronologia e ricorderà le uscite di Nicolas Sarkozy, che con il suo insediamento da presidente della repubblica nel 2007 si è proposto di recuperare figure storiche emblematiche in funzione di ordine e patriottismo. In particolare, è stato confermato l’obbligo che ogni 22 ottobre nei licei si legga la lettera d’addio alla vita d’un ragazzo comunista fucilato dai tedeschi nel 1941, Guy Môquet.

Agli insegnanti dubbiosi è stato ricordato che sono funzionari pubblici e devono obbedire al governo. A questo dirigismo napoleonico dà rilievo l’Economist, non senza sottintesi richiami a polemiche britanniche. Ma dappertutto c’è il sospetto che, emanando programmi di storia, i governi abbiano in mente un uso propagandistico dell’insegnamento.

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