Nella campagna elettorale britannica la scuola ha avuto un ruolo centrale. I leader hanno spesso dovuto argomentare le loro parole d’ordine: per il laburista Gordon Brown, continuazione della progressiva elevazione degli standard delle scuole (ne sono state chiuse migliaia sotto gli standard minimi); per il conservatore David Cameron, ordine, rispetto per gli insegnanti e risparmio; per il liberale Nick Clegg, liberazione degli insegnanti dalle quattromila pagine di prescrizioni di Whitehall (l’amministrazione centrale) e miglioramento di preparazione e creatività degli alunni attraverso classi meno numerose.

Mettere d’accordo il programma scolastico conservatore e quello liberale tocca ora a Michael Gove, 42 anni, tra i più fidi amici di Cameron, rappresentante attivo e spiritoso dei conservatori, molto impegnato nel suo collegio (dove è stato eletto con il 54 per cento dei voti), dal 2002 direttore del think tank conservatore, dal 2007 ministro ombra per infanzia, scuole e famiglie.

Secondo Gove il sistema scolastico migliorerà e sarà meno costoso se lo stato appoggerà insegnanti, genitori e studenti che vogliono creare scuole indipendenti, ovviamente pur sempre sotto controllo pubblico dei loro risultati. Guardando al modello svedese, Gove propone di assegnare alle famiglie che decidano di mandare il figlio in una scuola indipendente nel raggio di un centinaio di chilometri una somma equivalente al costo che avrebbe l’alunno frequentando una scuola pubblica.

Internazionale, numero 847, 21 maggio 2010

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