L’università di Cergy-Pontoise e l’istituto universitario di Versailles organizzano il 7 e 8 ottobre 2010 un colloquio internazionale sul tema “les didactiques en question”. Trasmettere contenuti tecnici e disciplinari già costituiti? Oppure creare spiriti critici abili a fronteggiare e costruire il nuovo? Abituare gli alunni a ripetere o metterli in grado di imparare a imparare?
Chi insegna è bersagliato da opposte opzioni e richieste. La questione, nei termini più generali, si trascina almeno dai tempi di Socrate. Oggi interseca ogni aspetto della vita scolastica. In particolare per gli insegnanti e per la definizione della loro miglior formazione le soluzioni che si danno portano ad assegnare pesi diversi all’addestramento alla didattica o alla formazione disciplinare.
Quest’ultima in Italia ha dominato nelle istituzioni fino alla faticata creazione delle scuole postlaurea di specializzazione all’insegnamento, le Ssis, un’esperienza ora in via di smantellamento. Anche le Ssis nella loro breve intensa vita hanno mostrato agli informati (dunque non agli opinanti dei maggiori giornali) ciò che ricaviamo da esperienze statunitensi ed europee: la questione si pone in modo molto diverso a seconda dei settori.
La ricerca è molto sviluppata per quanto riguarda linguaggio e lingue, matematica e fisica, ma è assai più povera in altri settori, anche cruciali come la geografia, la storia, varie tecnologie. Il colloquio francese viene a proposito.
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