Amnesty International italiana ha richiamato l’attenzione sul vertice delle Nazioni Unite riunito a New York dal 20 al 23 settembre per discutere un lungo rapporto che presenta progressi, ritardi e scacchi nel raggiungimento, entro il 2015, degli “obiettivi di sviluppo del millennio” definiti nel 2000.

Per la primavera 2011 l’Onu promette un bilancio più analitico che esaminerà sessanta indicatori aggregati in otto aree: sradicare la fame e la povertà estrema (meno di 1,25 dollari al giorno); generalizzare l’istruzione primaria; promuovere l’uguaglianza di genere e il lavoro delle donne; ridurre la mortalità infantile; migliorare la salute materna; combattere aids, malaria e tubercolosi; assicurare la sostenibilità ambientale; promuovere la collaborazione internazionale per lo sviluppo.

Le conclusioni del vertice sono state insoddisfacenti.

Solo la mobilitazione popolare può aprire un varco alle speranze. Già il rapporto offre però notizie importanti. Un esempio: in India si è ottenuta dalla Corte suprema la decisione che il pasto fornito dalle mense scolastiche soddisfi gli standard qualitativi minimi indispensabili e sia servito a tutti i bambini che vanno a scuola.

Oltre ovvi benefici per la salute, la disponibilità di pasti sta richiamando a scuola ogni anno almeno 350mila bambine in più. Si riduce così la pesante tradizionale disuguaglianza di genere. Separati nelle statistiche gli obiettivi sono strettamente correlati. Con un buon pasto (e soldi) la scuola acquista piena centralità.

Internazionale, numero 865, 24 settembre 2010

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it