Negli ultimi vent’anni è certo diminuito l’analfabetismo nel mondo. Tuttavia ora la lotta per l’alfabetizzazione pare che stia segnando il passo. Sono 67 milioni le bambine e i bambini completamente esclusi oggi dall’istruzione elementare. Già adesso la cifra falsifica l’obiettivo “del millennio” stabilito dall’Onu: eliminare la mancata scolarità e l’analfabetismo primario entro il 2015. Al ritmo attuale di decrescita si stima che l’obiettivo potrà essere raggiunto solo nel 2100. Ogni anno decine di milioni di piccoli sono destinati ad andare ad accrescere la massa di centinaia di milioni di adulte e adulti analfabeti. Il peso economico, sociale e umano di queste masse è enorme. Si aggiunga che questo è l’analfabetismo formale, anagrafico.
Molto maggiore è la massa di persone che a scuola l’alfabeto lo hanno conquistato, ma (soprattutto nei paesi ricchi) in età adulta sono risospinte dagli stili di vita verso l’analfabetismo. In Italia gli analfabeti formali censiti dall’Istat nel 2001 erano circa l’1 per cento, i dealfabetizzati adulti sono il 70 per cento. Si stima che la guerra nascosta contro l’analfabetismo potrebbe vincersi stanziando un miliardo e mezzo di dollari all’anno: un centesimo delle spese militari mondiali secondo lo Stockholm international peace research institute (Sipri).
L’efficacia dei soli dollari è stata messa in dubbio dal World literacy summit che si è svolto a Oxford in aprile. Ma, come torneremo a dire, l’incontro non ha prodotto soltanto dubbi.
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