Dov’è Melilla? E perché dal profondo dell’Africa i migranti, invece d’attraversare il deserto libico e il mare verso Lampedusa, prendono la via di Melilla? E da quando? Wikipedia fa intravedere frammenti di risposta a domande a prima vista un po’ oziose. Ma costruendo una risposta piena si capisce che de te fabula narratur, la cosa ci tocca da vicino.
Nel numero del 7 novembre Toile de l’éducation, nella sua consueta rubrica Ressources pédagogiques, raccomanda agli insegnanti di consultare il sito francotedesco di Arte che, dopo il dramma di Lampedusa, ha messo in rete un dossier completo per capire i meccanismi dell’immigrazione clandestina in Europa.
“Cette mise au point permet aux enseignants de relier l’actualité aux programmes en vigueur”. È vero. Nel dossier articoli della stampa francese e tedesca, interviste ai responsabili di Frontex e dell’Unione europea, cartine storicogeografiche e servizi televisivi e fotografici spiegano perché l’antica enclave spagnola sulle coste settentrionali del Marocco sia una meta più ambita di Lampedusa.
Il migrante che riesce a superare il deserto e i poliziotti marocchini, a scavalcare il muro di confine alto tre metri entrando in territorio spagnolo, se qui evita lo scontro violento con la
guardia civil e supera ancora il deserto, giunge a Melilla e, se non è catturato e spedito indietro, arriva in un centro d’accoglienza e qui finalmente è in Europa. Per chi ci arriva meglio Melilla del fondo del mar Mediterraneo.
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