Il Guardian del 19 settembre ha dedicato un articolo al curricolo sui cambiamenti climatici elaborato dal Botanic garden di Chicago con l’aiuto della Nasa. Il curricolo potrebbe migliorare l’insegnamento delle scienze e preparare meglio gli alunni a navigare nel mondo d’oggi.

Molti lettori hanno reagito con critiche. L’articolo in realtà riguarda la situazione delle scuole negli Stati Uniti e i critici rivendicano una migliore condizione dell’insegnamento scientifico nel Regno Unito. Alcuni lettori toccano un punto cruciale, lo stesso che tratterà il prossimo 7 ottobre in un convegno dell’Accademia dei lincei Giuseppe Macino, illustre biologo cellulare: come presentare la scienza nei primi anni di scuola.

L’apprendimento delle scienze è un punto debole dei sistemi educativi. S’insegnano magari molto, ma si apprendono poco. La recente indagine Ocse sulle capacità di ragionamento scientifico degli adulti è impietosa. Nella maggioranza dei paesi anche più sviluppati più di metà della popolazione è sotto il livello di guardia in materia di ragionamento scientifico: il 71 per cento in Italia e Spagna, il 64 per cento negli Stati Uniti, il 62 in Francia, il 58 nel Regno Unito, il 50 in Germania.

Anche in paesi virtuosi il deficit è alto: 42 per cento in Finlandia, 36 in Giappone. Dice una lettrice del Guardian: dobbiamo dare ai ragazzi non cataloghi di nozioni, ma menti aperte all’indagine, capacità di capire che cos’è un approccio scientifico e infine un sano scetticismo verso le idee in voga.

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