Cnesco: tempo fa qui era già stata spiegata la nuova sigla che si aggira nei cieli della scuola francese. Cnesco è il Conseil national d’évaluation du système scolaire, un po’ come il nostro Invalsi, ma indipendente dal ministero dell’istruzione. Saggiamente non lavora con la pretesa di fare censimenti totali, ma sta facendo inchieste mirate. E ora ha diffuso un nuovo rapporto: “Disuguaglianze sociali: come la scuola amplifica le disuguaglianze sociali e migratorie”. Per prepararlo ha mobilitato 22 gruppi di studiosi: sociologi, economisti, educatori, psicologi. Mancano i linguisti, quelli tra i linguisti che sanno occuparsi anche di disparità di possesso del patrimonio linguistico e di conseguente disuguale capacità nella comprensione di testi e discorsi.
Peccato: perché qui si nasconde la causa maggiore dell’amplificazione progressiva delle disuguaglianze. Il rapporto lo ignora, però scandisce utilmente, come in una poco allegra filastrocca, altri gradi successivi di crescenti disuguaglianze. Quelle sociali danno luogo a disuguaglianze di trattamento, che producono risultati disuguali, da cui nascono disuguali capacità di orientarsi nei percorsi scolastici, che danno luogo a una molto diversa qualità dei titoli ottenuti, da cui infine si determinano disuguali possibilità d’inserimento nel lavoro e nella vita sociale. Entrano che a volte paiono e magari sono quasi uguali, escono che sono anche visibilmente disuguali e inchiodati alla disuguaglianza sociale.
Questa rubrica è stata pubblicata il 21 ottobre 2016 a pagina 102 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati
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