Starnutisco per l’ennesima volta nel giro di poche ore. Anche un signore che mi passa accanto tossisce rumorosamente. L’Avana è vittima dell’influenza di marzo che ogni anno colpisce quasi tutti gli abitanti. Il contrasto tra l’umidità mattutina, il sole rovente di mezzogiorno e il freddo notturno ha riportato tra noi raffreddore, mal di testa e febbre.
Molti miei amici stanno come me, con la voce fioca e la gola arrossata. Sarebbe una tosse come tante altre, un malessere primaverile che potrebbe scomparire quando la temperatura si sarà stabilizzata, se non fosse per le difficoltà di trovare anche un solo analgesico. I medici consigliano d’ingerire grandi quantità di liquidi e un po’ di vitamina C, ma comprare un flacone di pastiglie di vitamina C è un’impresa complicata e spesso impossibile. Ecco perché in questi giorni non faccio che telefonare in giro per sapere dove i miei conoscenti hanno scovato antinfluenzali o sciroppi per la tosse.
Per fortuna sul mio terrazzo ci sono delle piante che, in infusione, mi aiutano a dormire senza svegliarmi per la tosse. La creatività aumenta e una vicina assicura che bevendo acqua tiepida con delle gocce di limone prima di andare a dormire si sta subito meglio. Ma sul mercato scarseggiano anche gli agrumi. Quindi la cosa più saggia da fare è aspettare che marzo passi e porti via il raffreddore. Arriverà il caldo di aprile e magari un giorno avremo la fortuna di veder tornare anche le aspirine.
*Traduzione di Sara Bani.
Internazionale, numero 890, 25 marzo 2011*
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