Dal balcone sento un grido: “Materassi, materassai!”. Due uomini con un carretto parcheggiato sotto casa si offrono di riparare le molle rotte e la vecchia imbottitura dei nostri letti. Un lavoro molto richiesto, a causa dei prezzi esorbitanti dei materassi nuovi in vendita nei negozi che accettano solo pesos convertibili. Le casalinghe sono bravissime a nascondere sotto le lenzuola e i cuscini i buchi della fodera e i rigonfiamenti dell’ovatta.

Quando le famiglie si trasferiscono, il momento più difficile è quello in cui bisogna tirare fuori i materassi logori per portarli sul camion diretto verso la nuova casa. La gente se ne vergogna e avvolge i materassi in teli colorati per nasconderne l’età. Ancora oggi, in molte case cubane le persone riposano sulla stessa superficie dove hanno dormito i loro nonni. I bambini dormono nel letto comprato all’epoca del matrimonio di qualche antenato ormai dimenticato. Invece i materassi ortopedici multistrato sono in bella mostra nelle vetrine dei grandi magazzini.

Nel frattempo i miei vicini di casa trasportano giù in ascensore i loro confusi ammassi di tela e cotone, con la struttura in fil di ferro ormai persa o distrutta. Nella strada i due uomini lo esaminano con attenzione, lo cuciono da una parte e raddrizzano le molle dall’altra. Quando avranno messo l’ultimo punto, il materasso tornerà nella camera dov’è stato per quasi cinquant’anni, in attesa del prossimo rammendo.

*Traduzione di Sara Bani.

Internazionale, numero 899, 27 maggio 2011*

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