Nella zona del malecón dove gli anziani armeggiano con amo e lenza cercando di tirare su qualche pesce, Wendy e Ignacio hanno lanciato in mare i fiori nuziali. Il 13 agosto era il compleanno di Fidel Castro, ma L’Avana pulsava al ritmo di una festa molto diversa. Si sposava una coppia molto particolare. Lei è una transessuale già sottoposta a un intervento di conversione sessuale, lui un gay sieropositivo emarginato per le sue idee politiche. Nel giorno in cui compiva gli anni un uomo che per decenni ha imposto una politica omofoba, l’isola ha vestito i colori della diversità.

Centinaia di persone si sono radunate sul luogo delle nozze. A Cuba il matrimonio tra persone dello stesso sesso è proibito, ma Wendy e Ignacio hanno trovato una scappatoia: lei ha ottenuto un documento d’identità in cui c’è scritto che è una donna. Quando sono arrivati alla festa di nozze, attorno a loro c’era più eccitazione che per gli ottantacinque anni di quello che una volta era il líder máximo. Nonostante i timori della vigilia, tutto è filato liscio.

Alla fine della cerimonia Wendy e Ignacio sono andati in giro per la città a bordo di un’auto decappottabile, con la bandiera gay che sventolava alle loro spalle. Arrivati alla baia hanno gettato in acqua i fiori che Wendy teneva in grembo. “Per gli omosessuali che sono morti in mare fuggendo da quest’isola”, hanno detto. Davanti alle fortificazioni militari, sfoggio antiquato di virilità, Wendy e Ignacio si sono dati un bacio.

*Traduzione di Andrea Sparacino

Internazionale, numero 911, 19 agosto 2011*

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