Tra gli iracheni circolano tre mappe del nuovo Iraq. In una delle tre il Kurdistan si estende a sud fino a includere Diyala, a 60 chilometri da Baghdad. La seconda include le province di Salah al Din, Anbar, Mosul e Diyala, a nord ovest di Baghdad, sotto lo Stato islamico. La terza mappa mostra il sud sciita da Bassora a Samarra, a nord di Baghdad.

Queste tre mappe rappresentano le rivendicazioni dei tre grandi gruppi antagonisti (sciiti, sunniti e curdi). Dice il mio amico ricercatore Faleh: “Scordatevi l’Iraq degli accordi Sykes-Picot. Ormai abbiamo tre stati: Kurdistan, Sunnistan e Shiastan”.

Su Facebook è in corso una campagna contro ogni genere di divisione, con lo slogan “Io sono iracheno”. Ma secondo Faleh “non sono rivendicazioni, il paese è già diviso. Mettiamo fine all’odio e allo spargimento di sangue”.

“Le divisioni non fermeranno il sangue”, risponde il dottor Nadhmi. “Ci saranno più guerre invece di una sola. Guerre per il petrolio, per l’acqua, per le frontiere. Guerre in tutte le città e le provincie miste, specialmente a Baghdad. Diffondiamo lo slogan ‘Io sono iracheno’ nei tre stan, sono sicuro che ci siano iracheni razionali consapevoli dei pericoli della divisione e disposti a battersi per un Iraq unito”.

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