Le strade di Baghdad sono allagate per le forti piogge. “Non posso venire, la mia strada sembra un fiume”: questa è la risposta più comune di chi manca al lavoro o agli appuntamenti. Molti mandano le foto scattate con il cellulare come prova. Ecco perché giovedì il governo ha indetto una giornata di festa nazionale.

La pioggia porta allo scoperto la corruzione dell’amministrazione e di chi gestisce gli appalti. Il responsabile dei lavori pubblici ha ammesso davanti al parlamento l’incapacità di liberare le strade dalle acque, che hanno raggiunto 63 millimetri in un giorno. Le idrovore sono poche e inefficienti. Il problema è ancora più tragico per i rifugiati che vivono nelle tende.

Troppe promesse mancate

Mentre i temporali si abbattevano sull’Iraq, si è saputo che il governo precedente non ha pagato i suoi debiti nei confronti delle grandi aziende petrolifere quando i prezzi del petrolio erano alle stelle.

Di conseguenza l’attuale premier Haidar al Abadi sarà costretto a pagare gli enormi debiti lasciati dal suo predecessore Nuri al Maliki, e in un momento in cui i prezzi del petrolio (e gli introiti del governo) si sono notevolmente ridotti.

Abadi ha dovuto ammettere che pagherà alle compagnie 20 miliardi di dollari su 60 di entrate petrolifere, e nessuno sa con certezza quanto sarà costretto ad attingere alle riserve di valuta irachene.

La rabbia degli abitanti di Baghdad si concentra su due figure. Una è il sindaco della capitale, il giovane ingegnere Thikra Allush, che si era impegnato a risolvere il problema delle alluvioni una volta per tutte. L’altra è il primo ministro, che non ha realizzato le riforme promesse ed è stato sconfessato dal suo partito e dalle manifestazioni di piazza Tahrir.

(Traduzione di Gabriele Crescente)

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