Le forze irachene si trovavano ad appena cinquanta metri di distanza quando gli ultimi combattenti del gruppo Stato islamico (Is) asserragliati nel centro di Mosul hanno commesso un grave crimine contro il patrimonio culturale, facendo esplodere la grande moschea Al Nuri e il suo minareto, simbolo della città.

La moschea fu costruita nel 1172 ed era famosa per il suo minareto inclinato, chiamato la Gobba, che era una delle prime cose che i visitatori vedevano appena entravano in città. Il minareto aveva resistito a molte guerre e perfino all’invasione dei mongoli.

Dichiarazione di sconfitta
Per il primo ministro Haider al Abadi la distruzione della moschea è stata una “dichiarazione ufficiale di sconfitta” dell’Is, dopo una lunga battaglia durata otto mesi. I jihadisti, invece, hanno attribuito la distruzione del luogo di culto a un attacco aereo statunitense. Ma un portavoce della coalizione internazionale ha fatto sapere che non c’erano bombardamenti in corso in quel momento.

Non è il primo monumento importante a essere devastato dall’Is. Il gruppo ha già distrutto la moschea del profeta Yunus (Giona, nella Bibbia) e il museo di Mosul, e parti del sito archeologico di Palmira, in Siria.

Per i combattenti dell’Is, accerchiati e assediati, sono arrivati gli ultimi giorni. Non sappiamo cos’altro potranno fare. Hanno in ostaggio centomila civili e la città vecchia di Mosul, con i suoi vicoli, è come una gigantesca trappola.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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