Nonostante il silenzio dei mezzi di comunicazione, la notizia sembra vera: questo mese si è svolto a Baghdad un incontro tra iraniani e sauditi con la mediazione irachena. I preparativi di questo vertice sarebbero cominciati durante il viaggio del primo ministro iracheno Mustafa al Kadhimi in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, avvenuto all’inizio di aprile. Fonti ufficiali iraniane e irachene hanno confermato che l’incontro si è effettivamente svolto e che sono stati avviati dei negoziati.
L’Iran è minacciato dagli attacchi israeliani contro i suoi reattori nucleari, mentre i sauditi hanno bisogno di sganciarsi dalla strategia statunitense in Medio Oriente. Entrambe le parti vogliono ridurre le tensioni nella regione. Iraj Masjedi, l’ambasciatore iraniano in Iraq, in una dichiarazione all’agenzia di stampa ufficiale di Teheran (Irna) ha detto che “la Repubblica islamica sostiene la mediazione di Baghdad per riavvicinare l’Iran ai paesi con cui si sono verificati dei problemi che hanno portato a un raffreddamento delle relazioni. Le autorità irachene sono state informate della questione”.
Nell’occhio del ciclone
Si tratta del primo round di negoziati, che però sono ancora lontani dal mettere fine alle tensioni. Ci sono ancora molti ostacoli politici che vanno dallo Yemen, passando per l’Iraq, fino alla Siria e al Libano.
Mentre Washington è impegnata a resuscitare l’accordo nucleare del 2015 con Teheran e i sauditi tentano di mettere fine alla guerra nello Yemen, Al Kadhimi sta cercando di giocare il ruolo di mediatore prima della sua visita negli Stati Uniti. Secondo Sarkut Shamsuddinun, esponente della coalizione parlamentare irachena Futuro, “nella riscrittura di una nuova strategia per il Medio Oriente da parte degli Stati Uniti, Al Kadhimi vuole discutere di quello che Washington dovrebbe offrire all’Iraq”, che si trova nell’occhio del ciclone. Quali saranno i rapporti con Washington dopo il ritiro delle truppe?
(Traduzione di Francesco De Lellis)
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