Compiti per tutti: ognuno di noi ha un’ignoranza segreta. Qual è la tua? E che cosa intendi fare in proposito?
Nei prossimi giorni potresti inserire nei tuoi discorsi intimi alcuni versi del Cantico dei cantici. Riesci a immaginare di dire cose come “le tue labbra stillano miele” o tu sei una “fontana di giardino, una sorgente d’acqua viva”? Secondo me non sarebbe esagerato neanche mormorare : “Mi sia il profumo del tuo respiro come di pomi, il tuo palato come del vino squisito, che scorre dritto verso il mio diletto”. Se queste espressioni ti sembrano troppo elaborate, potresti cogliere qualche perla dalle poesie di Pablo Neruda. Come questa: “Voglio fare con te quello che la primavera fa ai ciliegi”. Oppure: “Sono affamato del tuo riso che scorre, delle tue mani color di furioso granaio. Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza”.
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