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Il drammaturgo dell’antica Grecia Euripide era influente e popolare, e continua a esserlo, 2.400 anni dopo. In cinque delle sue tragedie (Andromaca, Alceste, Elena, Medea e Le baccanti) c’è un aspetto che stranamente si ripete. Finiscono tutte nello stesso modo: sei versi, pronunciati da un coro, in cui sostanzialmente si dice che gli dei sono imprevedibili. Euripide era pigro? Voleva ribadire il concetto? O quei finali furono aggiunti in seguito? Non si sa. Se te lo dico, Pesci, è perché vorrei che evitassi comportamenti simili. È molto importante che le storie che stai vivendo in questo momento abbiano finali diversi rispetto a quelle che hai vissuto in passato.
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