Cultura Schermi
Kinds of kindness
Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe
Irlanda / Regno Unito 2024, 158’. In sala
Kinds of kindness (dr)

Alcuni affezionati di Lanthimos (Emma Stone, Willem Dafoe, Margaret Qualley e Joe Alwyn) insieme a nuovi acquisti (Jesse Plemons, Hong Chau) arrivano a svolgere anche tre ruoli a testa in questo film a episodi, a cominciare da un sinistro capo (Dafoe), le cui imposizioni su un dipendente (Plemons) comprendono il controllo della vita sessuale e l’omicidio. Il secondo episodio è un cruento dramma di scambio di persona (una specie di Sommersby con annesso cannibalismo). Infine una satira new age in cui una ragazza disincantata va in cerca di un messia nella periferia di New Orleans. Il tutto è molto cupo, con Lanthimos che ritrova il suo antico collaboratore Efthymis Filippou (con cui aveva scritto The lobster) al posto dell’australiano Tony McNamara. Il film è molto sofisticato e le interpretazioni perfette. L’assenza di McNamara rende il tutto molto freddo. In altre parole, in Kinds of kindness non c’è gentilezza. Ma va bene così.
Kevin Maher, The Times

Noir Casablanca
Ayoub Elaid, Abdellatif Masstouri
Marocco / Francia / Belgio / Qatar / Arabia Saudita 2023, 94’. In sala

Il sipario si alza in una Casablanca notturna, diversa da quella propagandata dall’ufficio del turismo. Malavita, combattimenti di cani, sangue, violenza, miseria sociale. Il proprietario di un molosso accusa gli organizzatori di aver truccato l’incontro perso dal suo cane e viene pestato dai proprietari del cane vincitore. Al mattino conosciamo i due protagonisti del film. Issam, un giovane che si arrangia per sopravviere, e suo padre Hassan, picchiatore ed ex detenuto, sempre disponibile per qualche lavoro sporco. Il rapporto tra i due è molto intenso, sottolineato dalle riprese febbrili e da una fotografia sgranata, illuminata dai fari delle automobili. Dovranno liberarsi di un cadavere e con loro passeremo la notte successiva tra delusioni, visioni e colpi di sfortuna. Siamo sempre lì con loro: è il punto di forza di questo magnifico esordio, una sarabanda di risate e paura che alla fine ci lascia a meditare sul prezzo della vita umana.
Jacques Mandelbaum, Le Monde

Vincent deve morire

Una maledizione colpisce Vincent, facendo venir voglia di ucciderlo a chiunque lo incontra. Dopo un bellissimo inizio da commedia nera, Stéphan Castang mette in fuga il suo protagonista spingendo il film verso una singolare avventura ai confini della Francia, dove s’ingolfano storie romantiche (con Margaux, interpretata da Vimala Pons, che gioca con lo stereotipo della donna ideale un po’ pazza), follie cruente e prove tecniche di apocalisse. Ogni metafora funziona alla perfezione, Karim Leklou è eccellente, la sceneggiatura si diverte a rompere tabù. Vincent deve morire merita l’attenzione e il rispetto sia degli appassionati della commedia sia di quelli del nuovo horror francese.
Olivier Lamm, Libération

Rosalie
Nadia Tereszkiewicz, Benoît Magimel
Francia / Belgio 2023, 115’. In sala

Nella provincia francese del 1870, il proprietario di una locanda accetta di sposare una ragazza che gli nasconde il suo essere ricoperta di peli. Rosalie non è il dramma in costume con un messaggio sulla diversità che potremmo aspettarci. Sottraendosi alle trappole del “sola contro il mondo” e descrivendo la vita di una coppia unita dal rifiuto delle convenzioni, Di Giusto commuove senza forzature melodrammatiche.
Xavier Leherpeur, Le Nouvel Obs

Eileen
Thomasin McKenzie, Anne Hathaway
Stati Uniti / Regno Unito / Corea del Sud 2023, 97’. In sala
Eileen (dr)

Eileen (McKenzie) è una tipa davvero stramba, ma nessuno intorno a lei sembra accorgersene, finché nel riformatorio dove lavora arriva la nuova psicologa, Rebecca (Hathaway), con cui la ragazza si apre dando sfogo al suo selvaggio potenziale. Il secondo film di Oldroyd (Lady Macbeth) è un thriller drammatico quanto snello a cui il regista ha dato una lucentezza sinistramente hitchcockiana.
Alison Wilmore, Vulture

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1566 - 7 giugno 2024
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