Sono di New York e faccio l’attore. Un sacco di gente pensa che gli attori siano tutti puttane, ma io la settimana scorsa per poco non lo divento davvero. Mi sono presentato al provino per un film intitolato Sniff*, “Annusa”.*

Nell’annuncio – trovato sul sito Playbill – cercavano due attori per girare una breve scena, e per un giorno di lavoro pagavano 100 dollari. Ho ricevuto la scena da studiare via email. Comincia con due compagni di stanza che chiacchierano su un divano. Quello più alto e muscoloso rivela all’altro, più basso e magro, la sua ossessione per i calzini. Due pagine dopo, al compagno di stanza basso viene ordinato di annusare, leccare e accarezzare i piedi dell’altro. La scena finisce con il compagno di stanza basso costretto a sorridere alla telecamera con gli alluci dell’altro che gli tengono aperta la bocca.

Ora mi chiedo: oggi i feticisti dei piedi si mettono a scrivere sceneggiature e a reclutare attori per girare film soft-porno a basso costo? Io non ho nulla contro i feticisti, ma mi sembra un po’ strano trovare una cosa del genere tra gli annunci di casting.

–Freaked-Out Oblivious Thespian

PS Il provino poi è stato sorprendentemente normale. Non mi hanno chiesto né di togliermi i vestiti né di leccare piedi. E non mi hanno preso. Dopo, il regista mi ha chiesto di mandargli una foto dei miei piedi via email. Non gliel’ho mandata.

“Sì, sono un feticista dei piedi”, dice Anthony Fusco, sceneggiatore e regista di Sniff, ovvero la persona per la quale hai fatto il provino. “Faccio anche teatro”. Mi sono messo in contatto con lui esattamente come te: attraverso i dati riportati nell’annuncio su Playbill. A quanto pare Sniff è una delle scene, cinque in tutto, che compongono Big naked feet, “Grossi piedi nudi”, un atto unico scritto, diretto e prodotto da Fusco in un teatrino di New York nel 2008. “La commedia ha avuto una buona accoglienza”, mi ha detto Fusco. “Sala piena, gente che se ne andava sorridendo”. Big naked feet non è l’unico spettacolo che Fusco ha realizzato. Un altro – Crossing Verrazzano – è stato prodotto nell’ambito dello Strawberry one-act festival nel 2011.

Ho detto a Fusco che le sei pagine di sceneggiatura del suo Sniff sembravano quelle di un porno fetish (“Bravo, Paul, bravo cagnolino, adesso fai un passo indietro e ammira la virile bellezza dei miei piedi!”), e che il suo annuncio di casting mi aveva fatto esplodere il rilevatore di puttanate. Per un feticista dei piedi che voglia dare vita alle sue fantasie, è molto più conveniente pagare due attori che, mettiamo, due escort. Attori di bell’aspetto disposti a lavorare per cento dollari al giorno se ne trovano. Un escort di bell’aspetto, invece, al giorno ti chiede mille dollari se non di più. Fusco però ha ribadito che il video servirà come materiale promozionale per un futuro riallestimento di Big naked feet, e non come materiale da seghe per feticisti dei piedi.

Però dai: un bono che si dà da fare con i piedi di un altro bono? Vogliamo credere che su una cosa del genere Fusco poi non se lo meni? Esiste al mondo un feticista dei piedi che non lo farebbe? “Sono talmente abituato a queste reazioni”, mi ha detto lui. “Non è affatto una novità. Non dico che non possa essere una cosa eccitante o perfino arrapante. Dipende un po’ da come verrà fuori il prodotto finito, direi, e dall’effetto d’insieme”.

E… azione!

PS Guarda caso, FOOT, dopo che l’ho intervistato, Fusco mi ha chiesto via email una foto dei miei piedi. E io gliel’ho mandata. D’altronde, perché no?

Il mio ragazzo è sieropositivo e io no. Non abbiamo ancora avuto rapporti intimi perché lui non si sente pronto. Dà all’hiv la colpa di tutto. Io so bene che l’hiv è una faccenda molto seria, però avrei qualche domanda, e non posso farla a nessun altro senza tradire il suo segreto. Se tarda dieci minuti a prendere le medicine corre rischi seri per la salute? È capitato che mi costringesse a uscire dal cinema prima della fine del film, che si rifiutasse di venire con me a degli eventi di lavoro, e non è nemmeno venuto al mio compleanno perché altrimenti avrebbe saltato le medicine delle dieci di sera. Qualsiasi cosa vada male nel nostro rapporto, lui dà la colpa al fatto che è sieropositivo e io no. Ho la sensazione che usi la malattia per manipolarmi.

–Positively Flustered

“La mia risposta alla domanda di PF – ovvero se la salute del suo ragazzo corra dei rischi qualora prenda le medicine dieci minuti dopo – è un sonoro no”, dice Peter Shalit, medico, scrittore e conferenziere che cura pazienti sieropositivi da venticinque anni. “I moderni farmaci per l’hiv sono estremamente flessibili, quanto a tempi di assunzione. Il suo ragazzo può anche portarli con sé, se è così ossessivo-compulsivo da doverli prendere ogni giorno alla stessa identica ora”.

Il dottor Shalit non pensa che il problema sia l’hiv. “Il suo ragazzo deve piantarla di scaricare sull’hiv la colpa di tutto. È meglio che se ne faccia una ragione e vada avanti con la sua vita”, mi ha detto. “Ecco il consiglio che do ai pazienti che assumono farmaci per l’hiv: prendere i farmaci dovrebbe avere nella vostra vita lo stesso peso che ha il lavarsi i denti. Cosa pensereste se qualcuno vi dicesse: ‘Scusa ma non posso venire alla tua festa perché devo lavarmi i denti?’. A me sembra che il suo ragazzo stia usando l’hiv come arma”.

Sia io che il dottor Shalit ci chiediamo come fai a sopportarlo. “Non sembra una persona particolarmente gradevole”, sostiene Shalit, e io sono d’accordo con lui. Chiudi questa relazione, e non perché il tuo ragazzo è sieropositivo, ma perché è stronzo.

Ho conosciuto un ragazzo su un forum sportivo online e mi sono innamorato. E, da quel che ho capito, anche lui si è innamorato di me. Il problema è che all’inizio ha avuto certi atteggiamenti sulle questioni di razza che mi hanno spinto a non essere sincero con lui al 100 percento.

A quanto pare detesta gli uomini di colore e li ritiene responsabili per tanti problemi del mondo. Quando l’ho scoperto mi sono finto bianco, e sono arrivato perfino a usare Photoshop per sembrare bianco nelle foto che gli mandavo. Io non sono nero, ma nemmeno bianco. E ora che la nostra relazione è arrivata al punto in cui abbiamo deciso di incontrarci, sono veramente a pezzi. Lui è sempre così gentile e affettuoso, ma quando fa certi commenti sulle “ginocchia che sembrano sporche” e sui “nasoni etnici”, dentro di me piango. Ci sentiamo da un po’, e io lo so che lui mi ama, ma ho paura che non riesca a vedere al di là del colore della mia pelle. È giovane, canadese, e secondo me questa cosa può superarla.

Come faccio a confessare? Mi presento semplicemente lì all’aeroporto di Los Angeles con un gran sorriso e incrociando le dita?

–Lost And Worried

Tanto per cominciare, LAW, voi non avete una relazione. Tu non hai mai incontrato questa persona – no, scusa, questo razzista di merda – e se è vero che due persone possono arrivare a conoscersi via email, due persone che non si sono mai incontrate non “stanno insieme”. Tutto questo tempo l’hai passato da solo in camera tua col tuo portatile, LAW, raccontando balle a un razzista di merda, illudendoti e sottostimandoti.

Il mio consiglio? Manda a monte l’appuntamento e spedisci allo stronzo razzista le tue foto vere, senza ritocchi, accompagnate da una bella email che cominci con qualcosa tipo “Non so come ho fatto a infognarmi con uno come te”, e si chiuda con qualcosa tipo “e adesso vattene affanculo, razzista di merda”. Fidati, avrai un ricordo migliore di questa “relazione” se il razzista di merda lo scarichi tu prima che possa farlo lui.

(Traduzione di Matteo Colombo)

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