Sono una bisessuale di 27 anni e sono appena andata a vivere con la mia ragazza. Stiamo insieme da dieci mesi e sono molto innamorata. La nostra relazione è ottima: sesso, risate, belle conversazioni. Il problema è che a me piace farmi le canne, e questa cosa la mette molto a disagio. Ne abbiamo parlato tantissimo e con lei sono stata sincera fin dall’inizio. Sono una persona responsabile e di successo, e non fumo poi così spesso. Però non mi piace sentirmi in colpa. Ho paura che su questa cosa stiamo finendo in un vicolo cieco.

Ho pensato di rinunciare alle canne, ma se lo facessi sono sicura che una parte di me proverebbe rancore nei suoi confronti per sempre. Lei non mi chiede di smettere di fumare, però si arrabbia, e dice che è colpa sua se ci troviamo in questa situazione. Io invece mi sento che le sto facendo tradire un principio fondamentale per lei e non so se è giusto. Mi sto comportando da stronza?

–Distraught Kentucky Dyke

Ma perché, io mi chiedo, le lesbiche – comprese le bisessuali – non riescono ad accettare serenamente un sì? Sarà a causa del cunnilingus? Che abbia lo stesso problema anche Michael Douglas? La tua ragazza non ti sta chiedendo di smetterla con le canne, si rende conto che tra le due è lei ad avere problemi con le droghe, e con il tempo (sono passati solo dieci mesi!) probabilmente questi attacchi di panico da ommioddio-la-mia-ragazza-si-fa-le-canne passeranno.

Ti sta dicendo un sì forte e chiaro, DKD, e credo che dovresti accettarlo. Se però insisti a considerare questa cosa come un problema – se insisti a voler diventare lo stereotipo della coppia lesbica per cui la relazione può funzionare solo nell’assoluta unanimità, altrimenti una delle due rimane oppressa – allora la questione diventerà una fonte di ansie e drammi infinita. Meglio decidere di essere d’accordo nel disaccordo, fumare quando la tua ragazza non c’è, e ricordarsi di restituire il favore quando si presenterà l’occasione, ovvero permetterle di godersi qualcosa che a lei piace e a te no, e senza arrabbiarsi.

Sono una piccola lesbica smarrita. Sto con la mia compagna da quattro anni. Lei ne ha 27 e io 26. Sono stati anni magici. Ci amiamo, i nostri genitori sono felici per noi, e insieme formiamo una grande squadra. Lei lavora nell’esercito, ed è stata mandata in Afghanistan. Per i primi quattro mesi di missione, sono stata un angelo. Poi sono cominciati i problemi.

*Dopo una lite su Skype, sono andata a confidarmi da un’amica. Sul serio, solo a confidarmi. Abbiamo cucinato insieme, bevuto e chiacchierato. Un attimo dopo erano le 5 del mattino e io ero sul suo divano seminuda. Alla mia ragazza non l’ho detto. Da una parte avrei voluto, ma nell’istante in cui lei è scesa dall’aereo e si è messa in ginocchio ho capito che la scappatella sarebbe rimasta segreta.

Sette mesi dopo il mio primo scivolone, è venuto fuori che lei doveva ripartire. Durante la seconda missione, una sera sono finita in giro per la città con le amiche, e mi sono presa una sbronza clamorosa. Per farla breve: sono andata a letto con una a caso. E poi l’ho rifatto cinque mesi dopo.*

Insomma, l’ho tradita tre volte. Nessuna di quelle persone significava niente, per me. Ora la mia ragazza è tornata, e non l’ho mai vista così felice. Stiamo programmando il nostro matrimonio, e proprio non ce la faccio a spezzarle il cuore. Spesso di notte non riesco a dormire. Mi sono resa conto che per me l’alcol era un problema non da poco, e ho chiuso. So che le cose che ho fatto non si ripeteranno mai più, e vorrei risparmiarle questo dolore. Come faccio a superare gli errori che ho commesso e ad amarla come merita?

–Army Wife In Training

Dandoti una bella calmata, AWIT. Eri ubriaca, ti sentivi sola e non eri sposata. Ok, non eri nemmeno esattamente single, è vero, e hai fatto una stronzata… poi un’altra… e un’altra ancora. Ora puoi considerare queste tre stronzate come tradimenti imperdonabili (nonché come prologo) oppure come delle importanti lezioni apprese prima di prendere un impegno formale e (si spera) definitivo con la tua fidanzata. Decidi una volta per tutte di stare lontano dall’alcol, vatti a fare gli esami per le MST, e confina quelle esperienze imprudenti, alcoliche e prematrimoniali in un angolino della memoria.

(Traduzione di Matteo Colombo)

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