Sono un uomo anziano, in procinto di diventare un vecchietto. Dopo 45 anni di matrimonio con la stessa donna, il sesso si è ridotto a zero. Per il resto abbiamo un rapporto bellissimo, e insieme stiamo bene. Di questi tempi, se mi viene voglia, l’unica scelta che ho è la masturbazione, oppure rivolgermi a qualche professionista.
La prima volta che ho pagato per fare sesso ero molto nervoso. Stranamente — e con una certa sorpresa, considerata la mia educazione cristiana — non ho provato il minimo senso di colpa. Nell’ultimo periodo ho cominciato a notare che, a mano a mano che il corpo diventa più debole, questi bisogni si fanno più forti. Avvicinandomi alla vecchiaia, insomma, sembra che in testa abbia soltanto la fica, e pagare per il sesso è ormai un’abitudine.
Tu dici sempre che per far funzionare una relazione sul lungo periodo ci vogliono sincerità e comunicazione. Nel nostro caso, la sincerità comporterebbe la fine di quella che ormai è solo una splendida amicizia, che offre a entrambi una compagnia molto appagante. Io non voglio ferirla, ma rivelandole le mie attività esterne lo farei senz’altro, perché a lei gli uomini che vanno con le prostitute fanno schifo. Cosa ne pensa un gay giovane?
– Sin Or Salvation
Al momento da queste parti di gay giovani non ce ne sono, SOS, per cui dovrai accontentarti dei miei miseri consigli… Sincerità e comunicazione sono importanti, SOS, ma ci sono dei limiti. Nessuna relazione a lungo termine reggerebbe uno stretto regime di divulgazione totale, imposto mediante deposizioni rilasciate sotto giuramento, test con la macchina della verità a scadenze regolari, pozioni magiche per far vuotare il sacco camuffate da confezioni monodose di panna per caffè, e via dicendo.
Capire cosa omettere ed evitare — saper identificare sulla mappa le zone in cui si annidano i mostri (intesi come argomenti/fatti/persone) e circumnavigarli — è importante esattamente quanto l’onestà e la comunicazione. E le persone sposate, anche da molto tempo, hanno sempre la propria vita interiore, qualche segreto che si portano nella tomba, e qualche spazio di privacy e autonomia.
Ma ci sono limiti anche alla privacy e all’autonomia. Se la tua vita interiore equivale a una doppia vita, allora è un problema. Se i tuoi segreti espongono il coniuge al rischio di danni fisici o emotivi gravi, allora è un problema. Se i tuoi spazi di privacy e autonomia diventano così grandi che il tuo coniuge non sa più chi sei, allora è un problema.
Io però non penso che quel che fai tu sia per forza un problema, SOS. Se tua moglie è davvero e sinceramente appagata — se il sesso non le interessa più, se non la tradisci sulle cose che per lei sono importanti, se non metti a repentaglio la sua salute, se non dilapidi il fondo pensione per finanziare le tue attività, se insomma rispondi a tutti questi requisiti — allora i tuoi incontri con professioniste del sesso rientrano nel consiglio che do di solito alle persone che hanno matrimoni senza sesso, ma per il resto solidi, affettuosi e appaganti: fate quel che dovete fare per salvaguardare sia la salute mentale che il matrimonio.
Tu mi sembri un marito corretto e affettuoso, SOS. Se vuoi essere anche un cliente educato e cortese — se ti servono consigli su come comunicare, sull’igiene personale, sulle mance e su come evitare le vittime di traffico di esseri umani — ascoltati la tavola rotonda fra lavoratori del sesso che abbiamo radunato per un recente episodio del Savage Lovecast. Vai su savagelovecast.com e cerca l’episodio 387.
(Traduzione di Matteo Colombo)
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