Uno dei ragazzi del ristorante dove lavoro ha conosciuto una coppia di gay dominanti in un bar normale — cioè non gay — durante l’happy hour. I due gli hanno detto di andare in bagno e spogliarsi in uno dei gabinetti. Poi uno di loro è entrato e si è portato via i vestiti. Il mio collega non sapeva se e quando sarebbero tornati. Mentre se ne stava intrappolato lì nudo (e in erezione), altri uomini entravano e uscivano dal bagno. L’idea che gli altri non sapessero che lui era lì lo ha eccitato molto.
Ecco qual è il problema secondo me: questa coppia e il mio amico hanno coinvolto nel loro giochino di potere altre persone, ma senza che queste lo sapessero o avessero dato il loro consenso. Per me è un “no!”. Ne abbiamo discusso in modo abbastanza acceso, dopodiché abbiamo deciso di chiedere a te.
– Coworker’s Recent Escapade Entirely Perverted
Mettiamo che nel vostro ristorante venga una coppia etero e si sieda a uno dei tuoi tavoli, CREEP. Ordinano, mangiano, lasciano la mancia, se ne vanno. Tutto a posto, no? Ok, adesso mettiamo che, senza che tu lo sapessi, l’uomo indossasse un qualche strumento di castità, di cui la donna portava al collo la chiave appesa a una catenina. Lei ha passato la serata a bagnarsi, lui con il cazzo costretto nel suo strumento, e buona parte della loro eccitazione derivava proprio dal fatto di trovarsi in un luogo pubblico e interagire, che so, con un cameriere del tutto ignaro. Questo per te sarebbe un “sì?”.
Certo che lo sarebbe, proprio come lo sarebbe se un uomo d’affari si eccitasse indossando segretamente delle mutandine da donna a una riunione importante, o se un feticista dello starnuto si arrapasse di nascosto durante la stagione dell’influenza. Il mondo è pieno di persone che ricavano piaceri segreti da cose apparentemente insensate. Finché tengono la cosa per sé — cioè finché non coinvolgono attivamente altre persone senza il loro consenso — non c’è nessun “No!” che tenga.
Bisessuali, prendete i forconi: Dan intervista il giornalista Benoit Denizet-Lewis su savagelovecast.com
(Traduzione di Matteo Colombo)
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