Quando eravamo ancora fidanzati, la mia attuale moglie era andata a studiare altrove, e io in quel periodo ho usato il porno per masturbarmi. Al suo ritorno non gliel’ho detto, perché lei è convinta che il porno equivalga a un tradimento.

Insomma, passano due anni (e un matrimonio), e un giorno mi sfugge che quando siamo stati separati ho guardato un po’ di porno. Lei ha dato in escandescenze, e da allora continua a dire che non possiamo avere figli perché io sono un pedofilo che ha guardato del porno in cui magari c’erano delle donne che si fingevano adolescenti. Se quando siamo in pubblico il mio sguardo si azzarda a sfiorare una ragazza o una donna che mia moglie percepisce come più giovane di lei, si mette letteralmente a sbraitarmi addosso. Lo stesso succede con la tv, le riviste, e chi più ne ha più ne metta.

In buona parte la cosa dipende dal cugino della sua migliore amica, che ha lavorato nel settore del porno e ha sedotto delle minorenni. Per lei, guardare il porno equivale a fare quel che ha fatto lui, ma io sono abbastanza sicuro di non essere un predatore sessuale. Da quando stiamo insieme non ci ho mai provato con nessuna, e fino a quando non le ho confessato quella cosa lei mi considerava una brava persona.

A questo punto non so più che fare. Come faccio a convincerla che sono ancora la stessa persona di cui si è innamorata, e a farle superare questa paura irrazionale che le è venuta su di me?

Sincerely Not A Pedophile

Mandala affanculo subito.

C’è solo una cosa di cui devi cercare immediatamente di convincere tua moglie, ed è questa: che non sei più disposto a tollerare le sue stronzate violente. Perciò prendi le tue cose – senza scordarti le palle – e alza il culo da quella casa.

Perché questo conflitto non c’entra niente con il porno, non c’entra niente con il tuo carattere, e non c’entra niente con i comportamenti criminali del cugino della migliore amica di tua moglie. L’unico problema è che hai commesso l’errore di sposare una dispotica, irrazionale e violenta psicopatica. A rimanere accanto a una persona del genere non si va da nessuna parte. Pregare e implorare tua moglie per convincerla che sei ancora la persona di cui si è innamorata dimostra soltanto che sei disposto a ingoiare qualunque cosa lei ti rifili, per poi tornare in ginocchio a chiederne ancora.

Vattene. Scappa. Non voltarti indietro. Mandala affanculo subito.

Vuoi un secondo parere? Ho postato la tua lettera sul mio blog, ed ecco uno dei commenti più acuti: “Questo è quel che succede quando sposi una persona e sai già che per starci dovrai mentire e ingannare. Lei ha dettato le sue condizioni chiare e tonde: il porno è male. Tu sapevi che per te il porno non era un problema, e ne facevi uso. Avreste dovuto lasciarvi per differenze inconciliabili già allora. Invece hai deciso di mentire, fingendoti una persona che non eri. Mollala all’istante e trova qualcuno che ti accetti per come sei”.

E questo è quanto, SNAP: il titolare di questa rubrica di consigli e un commentatore o una commentatrice senza nome sono entrambi d’accordo sul fatto che devi lasciare questa donna. Hai paura di rimanere solo? Non dovresti. Essere soli, ed essere liberi di godersi il porno, è meglio che stare con una come tua moglie. Ma se proprio non sopporti il pensiero di rimanere solo, se sei assolutamente convinto di dover rimanere con questa donna per ragioni che non dici (per caso ha anche qualche tratto positivo?), allora dovrai dirle ciò che vuole sentirsi dire: che hai fatto una cosa terribile (non l’hai fatta), che hai una dipendenza (non ce l’hai), che hai un problema (idem). Trovati uno psicologo e fatti qualche seduta confidenziale, parlate del tempo, dopodiché torna a casa e di’ a tua moglie che sei guarito e non guarderai mai più il porno e le altre donne.

E anche se il porno non dovessi guardarlo mai più per davvero – il che è improbabile – la tua dispotica, irrazionale e violenta consorte troverà qualcos’altro su cui farti scenate. Se non segui il mio consiglio e non la mandi affanculo subito, SNAP, prima o poi dovrai mandarla affanculo comunque.

(Traduzione di Matteo Colombo)

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