Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Io e mia moglie siamo sposati da poco. Lei vuole fare sesso due o tre volte alla settimana, il che corrisponde esattamente ai miei desideri. Il suo picco di desiderio, però, è tra le 3 e le 5 del mattino. Lei è mattiniera ma soffre d’insonnia, mentre io sono più nottambulo ma dormo come un sasso. Ogni tanto prova a svegliarmi per fare sesso e inconsciamente l’ho respinta diverse volte (solo che dopo non me lo ricordo). Le volte che mi sveglio, le nostre cavalcate semicoscienti non sono molto appaganti. Io il picco sessuale ce l’ho a metà giornata e dopo il lavoro, quando ho più energia per fare sesso o inventarmi una situazione di bondage divertente. Ma quando torna a casa lei, di solito ha faccende da sbrigare o progetti da seguire che assorbono tutta la sua attenzione.

–Insomnia Now Suspected Of Making Nights Incredibly Awkward

Tua moglie deve destinare le faccende e i progetti al momento fra le 3 e le 5 del mattino – ammesso che non debba usare elettrodomestici – e riservare le prime ore della serata a cavalcate e situazioni di bondage creativo.

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Io e mio marito stiamo insieme da sei anni e siamo abbastanza felici, con grande dispiacere dei suoi familiari. Sono islamofobi, antiabortisti, cattolici conservatori e guardano Fox News. Quando siamo andati a convivere prima di sposarci hanno cominciato a scriverci lettere di disapprovazione. Uno di loro ha lanciato una campagna per farci lasciare perché aveva capito che il mio allora fidanzato non sapeva della mia bisessualità (lo sapeva eccome, ne parlo molto apertamente.) Hanno boicottato il matrimonio perché non si è celebrato in una chiesa cattolica. Non sono venuti a una festa organizzata da noi perché c’era un amico musulmano. Ora hanno imparato che se vogliono vederci, anche solo raramente, devono darsi una calmata, ma sono convinti di non doversi scusare di nulla. Da quando è stato eletto Trump (#ITMFA), trovo difficile digerirli anche a piccole dosi. Ho ricevuto un’educazione cattolica e mi hanno spedito a fare terapia riparativa, per cui questo tipo di fanatismo mi provoca una reazione viscerale, specie se rivolto alla famiglia che mi sono scelta. Mio marito è inorridito come me, e mette sempre il nostro rapporto al primo posto, ma l’idea di non mantenere un legame con la sua famiglia lo fa soffrire. Devo sopportare un incontro ogni tanto? Aiutami!

–Shouldn’t Hubby Unload These Outrageously Unenlightened Turds

Per il bene del matrimonio, SHUTOUT, devi sopportare un incontro ogni tanto – che sia lui a vedere i parenti da solo o che ci sia anche tu – senza per questo punire tuo marito. Ricorda: ci siete dentro tutti e due, e qualche battutina in codice, qualche alzata d’occhi al cielo di nascosto e qualche caramella alla marijuana possono aiutare parecchio a rendere occasioni del genere non solo sopportabili, ma anche (maliziosamente) piacevoli. E siccome avete già educato i suoi parenti a darsi una calmata riducendo il tempo che trascorrete con loro – strategia che consiglio – potete educarli anche a mantenere un’atmosfera civile, priva d’odio e di discriminazioni avvertendoli in anticipo che, se diranno qualcosa di sgradevole o scortese a te, su di te o davanti a te, voi due prenderete e ve ne andrete. E poi mantenendo la promessa.

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Sono una ragazza queer e convivo con un partner maschio. Lo scorso weekend siamo finiti a un after, abbiamo conosciuto dei nuovi amici e ci siamo ritrovati in una casa con due ragazzi e una ragazza. È stato piuttosto divertente con tutti tranne con uno dei maschi. Volevamo che se ne andasse, ma lui non capiva l’antifona. Aveva comprato l’alcol per la nostra festicciola, per cui non sapevamo bene come chiedergli di andarsene. Né io né l’altra ragazza eravamo interessate. Io ho chiarito che per me la penetrazione era esclusa e hanno tutti rispettato la mia scelta, tranne lui. A un certo punto mi ha chiesto se volevo un rapporto anale, e gli ho detto di no. Allora mi ha infilato le dita nel culo, e l’ho fermato. Mi sono allontanata da lui, che però non si sa come è riuscito di nuovo a piazzarmisi dietro e me l’ha infilato nel culo, anche se di poco. Me l’ha tolto di dosso il padrone di casa.

Vero è che eravamo tutti un po’ sfasciati dalla serata. Gli ho fatto una ramanzina sul fatto che la volontà degli altri va rispettata, ma quando ho sentito entrare il suo uccello da dietro per la seconda volta mi sono arrabbiata. Il mio ragazzo l’ha minacciato, e lui ha tirato un pugno in faccia al mio amore spaccandogli il naso. Il padrone di casa a quel punto l’ha sbattuto fuori senza pantaloni, e quello si è dovuto fare una meritatissima camminata verso casa in mutande. Non sappiamo come si chiama di cognome, perciò non possiamo denunciarlo. Ecco la mia domanda: a noi, come coppia, piace fare a tre o più persone, andare nei locali di scambisti etc., e non è la prima volta che una serata divertente viene rovinata dalle insistenze di un invasato del proprio uccello. Hai qualche consiglio su come comportarsi con queste teste di cazzo? Da sobria e non arrapata le risposte giuste ce le ho anch’io, ma quando mi sento violata e vulnerabile, oltre che distratta dal cazzo o dalla fica che ho di fronte, non riesco a essere una femminista incazzosa che non tiene la bocca chiusa come mio solito. Siamo d’accordo che bisognava cacciarlo prima che gli illeciti si accumulassero. Forse andava cacciato quando tutti ci siamo detti che con lui non eravamo a nostro agio. Cosa prevede il galateo quando bisogna dire a qualcuno che non può partecipare? Mi sono rotta di essere delicata con gli stronzi.

–Queer Unicorn Exhausted Entertaining Numbskulls

“Invasato del suo uccello” (IDSU) è un eufemismo, QUEEN. Questo tizio ha violentato te e fisicamente aggredito il tuo ragazzo. È un PSV (predatore sessuale violento), non un IDSU. E anche senza il cognome, dovete comunque segnalare la cosa alla polizia. È possibile che lo stronzo sia già noto alle forze dell’ordine, ma non solo: ci sta pure che abbia aggredito qualcun altro mentre tornava a casa senza pantaloni, che l’abbiano già preso e siano ben felici di aggiungere altri capi d’imputazione a quelli che già pesano sullo stronzo.

Naturalmente non sto dicendo che siete obbligati a denunciarlo. Le stime dicono che, di tutte le aggressioni sessuali, quelle che vengono segnalate alla polizia sono solo fra il 15 e il 35 percento, e che solo il 9 percento delle denunce ha un seguito legale. Se è vero che in certi casi ci sono motivi legittimi per non voler andare dalla polizia, è necessario che questi numeri salgano, perché senza una denuncia le violenze sessuali non si possono perseguire.

Quanto a come impedire che in futuro un IDSU/PSV vi rovini le cose a tre, a quattro eccetera, programmare in anticipo – e conoscere i partecipanti – è il modo migliore per garantirsi un’esperienza positiva. Le cose spontanee possono essere divertenti, ma anche difficili da realizzare in modo sicuro se si tratta di gruppi. Sono difficili da realizzare in modo sicuro perfino in coppia. Altra lezione che questo incontro deve insegnarvi: sfasciarsi d’alcol/di droghe/d’altro può non essere la migliore delle idee. Spesso può rivelarsi la peggiore: raramente produce buon sesso, anche tra gente che scopa con regolarità. Quando ci vedi doppio, inoltre, è più facile ignorare campanelli d’allarme e sensazioni di pancia. Dover ricordare a una persona che la volontà degli altri va rispettata è un campanello d’allarme bello grosso, QUEEN, e da ubriachi è più facile ignorarlo. Quando qualcuno ti tocca contro la tua volontà, un cortese rifiuto dovrebbe bastare. Quando bisogna ribadirlo due volte, al partecipante in questione va istantaneamente revocato il lasciapassare per l’ammucchiata.

Ultimi due insegnamenti: anche le persone più gentili e perbene possono faticare a capire l’antifona, specie se vuol dire vedersi escluse da una bella orgia ubriaca. Per cui niente allusioni: le cose vanno dette. Nessuna regola di galateo può attenuare il disagio e l’imbarazzo di un momento del genere, motivo per cui il portavoce designato deve stringere i denti e tirare dritto. E se in futuro vorrete fare altre ammucchiate alcoliche, QUEEN, applicate rigorosamente la regola del “ciascuno si porta da bere”, in modo da evitare le esitazioni se c’è da accompagnare alla porta chi ha comprato l’alcol.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questa rubrica è stata pubblicata su The Stranger.

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