Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una diciannovenne bisessuale appassionatissima di negazione e controllo dell’orgasmo. Ora che Tumblr ha vietato tutti i contenuti potenzialmente offensivi, non so dove sfogare i miei desideri e trovare una comunità di persone come me. Prima lì potevo fare tutto, trovare il porno, esplorare la mia sessualità e farlo tra chi mi sosteneva. Ora non so più che fare. Dopo qualche ricerca su Google mi sono demoralizzata. Evidentemente mi ero abituata troppo bene con la quantità di porno fatto da donne e per le donne che si trovava su Tumblr. O meglio, io sono abituata a quello fatto da bisessuali per bisessuali. Mi sembra di essere tornata quindicenne, a vagare per internet come una disperata cercando una cosa qualsiasi che faccia per me. Ti prego, dimmi dove trovare il porno che desidero!

– Missing My Porn Community

P.S. Hai scritto che questi nuovi divieti danneggiano i lavoratori sessuali, Dan, ma per favore scrivi che danneggiano anche la comunità queer e Bdsm!

“In tanti stanno avendo problemi a ricollocare le proprie comunità fetish dopo che Tumblr ha introdotto il divieto ai ‘contenuti per adulti’”, spiega Alexander Cheves, giornalista queer di New York. “Il porno non è solo video arrapanti, è una cosa che crea comunità. Io, senza Tumblr, conoscerei meno della metà delle porcate che mi piacciono!”.

Di buono, MMPC, c’è che gli uomini e le donne che creavano e/o curavano i contenuti che ti piacevano e definivano la tua identità non sono evaporati il 17 dicembre, giorno in cui su Tumblr è entrato in vigore il divieto di condividere contenuti per adulti. Molti di loro hanno preso video, didascalie, gif e fantasie erotiche e li hanno spostati su un’altra piattaforma, e c’è chi ne sta creando di nuove.

MMPC deve dedicare un po’ di tempo a cercare su Twitter donne bisessuali a cui piacciano la negazione e il controllo dell’orgasmo, alcune delle quali potrebbero aver caricato i loro contenuti originali su piattaforme come Just For Fans”, dice Cheves. “I creatori di JFF sono attualmente al lavoro su un’estensione del loro sito più simile a un social media come Tumblr. E all’indomani del giro di vite sono apparse altre startup come Slixa o ShareSomeCome e piattaforme social come Switter. Tutti angoli della rete in cui MMPC potrà trovare il porno che fa per lei”.

Cheves ha scritto uno straordinario pezzo per Out dove traccia le connessioni tra la stretta sul porno di Tumblr e quella contro il sesso, la pornografia e il lavoro sessuale in corso da tempo su altre piattaforme. Se è vero che su internet continuano a esserci tonnellate di porno, come tanti (me incluso) hanno fatto notare, questa stretta sui contenuti espliciti rompe il cazzo alle persone queer vulnerabili. Come ha spiegato a Cheves il direttore esecutivo della Free speech coalition, Eric Leue: “Tanti di quelli che fanno parte delle comunità eterosessuali ed eteronormative non capiscono la portata del divieto su Tumblr perché la loro vita e la loro cultura sono rappresentate ovunque. Per chi appartiene alle comunità queer, di nicchia o feticiste, Tumblr era uno dei pochi spazi accessibili dove costruire comunità e condividere contenuti”.

E finché i programmi di educazione sessuale non copriranno il sesso queer o alternativo – e su quel fronte non ci sono segni di miglioramento – i giovani Lgbtq e dai gusti sessuali alternativi continueranno a procurarsi l’educazione sessuale su internet. E più difficile diventerà l’accesso ai contenuti espliciti, specie se non commerciali, più difficile sarà per i giovani queer trovare non solo il porno che fa per loro, ma anche le informazioni necessarie per proteggersi.

“Grazie al divieto di Tumblr, aumenterà il numero di giovani che si faranno del male e contrarranno l’hiv”, sottolinea Cheves. “E non si tratta di allarmismo: succederà e basta. Il mio caso è emblematico: sono stato cresciuto da una famiglia fortemente religiosa, in una fattoria di duecento ettari nel cuore della Georgia, con un modem analogico e un filtro genitori pesantissimo. Per me il porno era inaccessibile, e come quello gli articoli accompagnati da illustrazioni sessuali, compresi quelli di educazione sessuale. Quando sono arrivato all’università – nel 2010, stesso anno in cui sull’App store apparve Grindr – non sapevo assolutamente nulla né sull’hiv, né sulla mia comunità. Non c’è da sorprendersi che a ventun’anni sia risultato sieropositivo”.

Poco dopo aver scoperto di essere sieropositivo, Cheves ha aperto un blog di educazione sessuale queer. “Rispondo alle domande di chi mi scrive e onestamente è un’idea che ho rubato a te, Dan”, spiega, “volevo tendere una mano ai ragazzini isolati in mezzo al nulla, quelli come me”.

Benché oggi Cheves faccia il giornalista di professione – trovate la sua rubrica di consigli su The Advocate e la sua firma in altre pubblicazioni – continua ad aggiornare e postare contenuti su thebeastlyexboyfriend.com, il suo vecchio blog di sesso queer.

“Siti come il mio blog oggi sono più che mai necessari”, dice Cheves. “Se MMPC vuole aiutare la sua comunità a sopravvivere, forse non può più permettersi il consumo passivo. Forse deve aprire un sito o un blog, sventolare una bandiera digitale e trovare altre persone. Internet è così vasta che la censura non riuscirà mai a impedire alle persone con feticismi di nicchia di riunirsi, digitalmente o in altro modo. Sarà solo un po’ più difficile trovarsi”.

Seguite Alexander Cheves su Twitter: @BadAlexCheves

Francesca Ghermandi

Il mio nuovo partner fa scambismo. Io sportivamente gli ho detto certo, andiamo pure alle serate per scambisti, anche se spesso in posti del genere mi sono sentita a disagio. Dopodiché, mentre ero a una di queste serate, sono quasi stata violentata. E se non avessi menato le mani sarei stata violentata del tutto. Dopo aver manifestato il mio giusto turbamento per la situazione, mi sono sentita rispondere da uno degli organizzatori: “Beh, ma è per quello che alle serate bisogna portarsi un guardiano o un paio di amici. Per proteggersi”. Sul sito della serata non veniva fatto alcun accenno a questa esigenza. E nessun altro articolo sullo scambismo che abbia letto (o podcast che abbia ascoltato) suggeriva di portare dei “guardiani” per garantirsi l’incolumità! In genere quali sono le regole del consenso nei locali per scambisti? Portarsi un guardiano è una cosa scontata che nessuno mi aveva detto? Voglio sottolineare la gravità del problema: a me non è che hanno sfiorato una gamba per vedere se ero interessata a includere un altro. Un tizio ha tentato di infilarmi l’uccello senza preservativo senza chiedermi il permesso!

– Unhappy Nervous Swinger Absolutely Fucking Enraged

Mi è capitato di gironzolare in cinque o sei locali per scambisti – più del gay medio – e in tutti le regole del consenso si possono riassumere in quattro parole: prima si chiede e poi si tocca. La mia presenza a eventi/locali/serate per scambisti etero era strettamente a fini di ricerca, non ci sarebbe bisogno di dirlo, ma lo dirò lo stesso: ero lì come semplice osservatore. E a una di queste serate ho osservato un uomo che tentava di inserirsi in una situazione alla quale non era stato invitato, posando la mano sulla coscia di una donna. Il viscido dalla mano lunga è stato immediatamente espulso per aver violato le regole sul consenso in vigore nel locale, comunicate in anticipo e accettate da tutti i partecipanti.

Non è solo in teoria che gli spazi per scambisti dovrebbero funzionare così, UNSAFE: un evento, un locale o un party per scambisti deve funzionare così, se vuole sperare di sopravvivere. Perché i cattivi partecipanti – quasi sempre uomini stronzi – impediscono alle donne di sentirsi al sicuro. E quando negli spazi per scambisti le donne non si sentono al sicuro, tendono ad abbandonarli. E organizzare un evento per scambisti che funzioni, senza le donne, è difficile.

L’impressione che ho, UNSAFE, è che tu abbia avuto la sfortuna di partecipare a una serata di merda gestita da gente di merda. Una persona ha tentato di violentarti in uno spazio dove il rispetto per i confini, il consenso e l’autonomia fisica degli altri individui sono (o dovrebbero essere) di primaria importanza. E no, non è colpa tua che non ti sei portata un “guardiano”. È colpa del locale che non ha dato abbastanza evidenza alle sue regole, e che poi, quando un cattivo partecipante ha infranto quelle regole facendo sentire violata e in pericolo un’altra partecipante, non ha fatto che aggravare le sue mancanze incolpando la vittima.

Ti capirei se non volessi mai più andare a una serata per scambisti con il tuo nuovo partner – specie se il nuovo partner è rimasto zitto e in disparte mentre tu menavi lo stronzo – ma a quella specifica serata non devi più tornare. Prima il locale “Portati un guardiano” chiude, meglio è.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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