Le diete non sono uguali per tutti
In futuro potremmo avere diete personalizzate, più efficaci, basate sulle caratteristiche biologiche individuali. In effetti, sembra spesso che le diete non funzionino. Una possibile spiegazione è che le raccomandazioni nutrizionali si basano su studi che considerano i valori medi. Per esempio, si stima di quanto in media una fetta di pane e burro a colazione faccia aumentare la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue. Il team guidato da Eran Segal ed Eran Elinav ha invece creato un algoritmo che permette di prevedere l’effetto degli alimenti sull’individuo.
I ricercatori israeliani hanno seguito 800 persone per una settimana, registrando l’effetto sulla glicemia degli alimenti. Anche i “cibi salutari”, come l’anguria, le mele o il pane integrale, facevano aumentare la glicemia in modo diverso a seconda della persone. I dati sulla glicemia sono stati integrati con i parametri personali, come l’eventuale sovrappeso, il colesterolo nel sangue, la flora batterica intestinale, i livelli di attività fisica, le ore di sonno. I partecipanti avevano anche uno smartphone con il quale registravano le abitudini alimentari.
I ricercatori hanno sviluppato un algoritmo che prevede l’effetto del cibo sul singolo e hanno verificato che il modello funziona anche in altre persone. Lo studio, [pubblicato sulla rivista Cell](http://www.cell.com/cell/abstract/S0092-8674(15)01481-6), potrebbe permettere diete individualizzate, ma anche una migliore regolazione di alcune terapie, per esempio quelle per le persone diabetiche.