Le riserve alimentari del pianeta sono sotto il livello minimo. Il Worldwatch Istitute lancia l’allarme.
“Com’è possibile che l’africa, che da tempo avrebbe dovuto dichiarare fallimento, continui a sopravvivere a se stessa?”. Gli esperti tentano di sciogliere l’enigma. Intanto la gente a Dakar si dà da fare. Un reportage sui mille volti dell’economia informale.
Juan Jesus Aznarez, El Pais.
“Sta alla Polonia di Kwasniewski dimostrare che non esiste una sinistra caratteristica dell’Est europeo, ma che abbiamo a che fare con una socialdemocrazia dai valori occidentali”. Secondo Magyar Nemzet, il caso polacco è un esempio di rinnovamento per l’Europa centrale.
Nuala O Faolain, The Irish Times.
Aleksandr Dejkin, Novoe Vremja.
Con sede in Sudafrica, la Executive Outcomes è una società specializzata in mercenari: 2.500 uomini superaddestrati e affittati al migliore offerente. Le tariffe sono alte, e spesso si paga in concessioni minerarie. I due principali clienti africani: Sierra Leone e Angola.
Ali Dayf, Al Hayat.
Grazie alle nuove tecnologie diventeremo tutti musicisti? Forse no, ma sicuramente invece di premere un pulsante e ascoltare un cd potremo trasformare in musica le onde cerebrali. Un viaggio di New Scientist tra sedie sensoriali, bacchette magiche e cornici gestuali.
Piaccia o no agli eterni scontenti, l’accordo entrerà in vigore. Perché questa pace è il frutto della ragione. E tutti gli interessati dovranno impegnarsi. I commenti del settimanale di Belgrado Vreme e del giornale di Sarajevo Oslobodenje.
André Giordan, La Recherche.
Nel 1987 c’erano riserve per 104 giorni, per la fine di quest’anno saranno scene a 53 giorni. Alla fine del prossimo anno si prevede che ne rimarranno solo per 49.
Parla lo scrittore messicano Carlos Fuentes: “Mi è stato detto che Henri Cartier-Bresson non è mai tornato in Messico perché temeva che tutto fosse cambiato. Posso rassicurarlo: le sue foto non sono invecchiate perché l’artista non ha fotografato il Messico del 1934 e del 1964. Ha fotografato l’eternità messicana.”
Nei giorni scorsi, a Barcellona, si è svolta la Conferenza sul Mediterraneo. Era la prima volta che tutti i paesi del bacino si riunivano per discutere del loro futuro comune. L’analisi di Sami Nair, professore di Scienze politiche a Parigi e collaboratore del Pais.
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